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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Puigdemont a Bruxelles è un giallo: scelto avvocato che difese esuli baschi. "Ma non chiede asilo"

Sfuggire alla giustizia spagnola e chiedere accoglienza al Belgio? Messaggio politico all'Ue? Il leader catalano ha scelto un legale del foro della capitale europea. Secondo alcuni media, dovrebbe parlare domani. Gli indipendentisti fiamminghi negano contatti

In Spagna rischiano l'arresto, dopo la decisione del procuratore generale di aprire un'inchiesta a loro carico per sedizione, ribellione e malversazione. E cosi', per tutta risposta, il presidente destituito della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, e una parte del suo ormai ex governo avrebbero viaggiato in auto fino a Marsiglia per poi prendere un aereo e volare alla volta di Bruxelles. Pare in cerca di asilo politico. Cosi' almeno hanno raccontato i media di tutto il mondo in una giornata con tante polemiche, voci di corridoio, annunci e smentite. Ma poche certezze. Un vero e proprio giallo, con frotte di giornalisti di mezza Europa a correre da un posto all'altro di Bruxelles, dalla sede bruxellese della Generalitat al quartier generale degli indipendentisti fiamminghi. Solo che di Puigdemont e dei suoi ministri nessuno ha trovato traccia.

L'unica certezza, finora, sono le parole dell'avvocato belga Paul Bekaert: "Ho incontrato Puigdemont qui in Belgio e mi ha detto scelto come sue legale, forse per la mia trentennale esperienza con l'estradizione e l'asilo politico dei baschi spagnoli. Ma non è qui per chiedere asilo". 

Dunque, arriva in tarda serata la prima certezza, dopo una giornata ricca di voci e ricostruzioni, ma soprattutto di smentite. A partire dalla Nuova Alleanza Fiamminga, N-VA, il partito degli indipendentisti delle Fiandre che per primi, per voce del ministro Theo Francken, avevano parlato dell'ipotesi di concedere l'asilo politico a Carles Puigdemont. E cosi', tutti a cercare il leader catalano nella sede di Bruxelles del partito di lotta e di governo (visto che fanno parte della maggioranza che sostiene il premier belga Charles Michel). "Se Puigdemont è a Bruxelles, non è certamente stato invitato dal nostro partito", ha pero' dichiarato in serata Joachim Pohlmann. 

Tacciono tutti, sia i ministri N-VA (Jambon e Francken), sia il premier Michel, che ieri aveva ammonito Francken sull'ipotesi di asilo. Del resto, ovunque sia Puigdemont, le voci sull'ipotetica fuga a Bruxelles del leader catalano hanno sollevato un polverone politico, con le opposizioni a chiedere a gran voce chiarezza da parte di Michel. E il governo a rischiare una crisi di maggioranza, con i moderati di centrodestra preoccupati di crisi diplomatiche con la Spagna e indispettiti dalle fughe in avanti di Francken. 

Resta poi il tema del perché Puigdemont sia a Bruxelles (sempre che sia arrivato nella capitale belga). L'ipotesi dell'asilo non è stata confermata. E potrebbe forse aver ragione il cantautore e deputato uscente indipendentista Lluis Llach, quando dice che: “presidente Puigdemont a Bruxelles in esilio” rappresenterebbe “una vera e propria denuncia contro lo Stato spagnolo davanti alle istituzioni europee e internazionali". 

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