rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità

Duemila pellegrini ebrei bloccati al confine ucraino, Kiev accusa: "Li spinge la Bielorussia"

Gruppi di ultra ortodossi chassidici ogni anno visitano la tomba del rabbino che ha fondato la loro frangia, ma ora gli è stato vietato l'ingresso a causa della pandemia. La maggior parte proviene da Israele ma molti anche da Francia, Regno Unito e Usa

Circa duemila pellegrini ebrei ultra ortodossi, in gran parte israeliani, e tra cui sono presenti anche molti bambini, sono bloccati da giorni alla frontiera fra Bielorussia e Ucraina, dopo che le autorità di Kiev hanno negato loro l'ingresso a causa delle restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus. Giunti soprattutto da Israele, ma anche da Francia, Regno Unito e Usa, questi religiosi vorrebbero raggiungere Uman, città ucraina dove si trova la tomba del rabbino Nahman di Breslov, fondatore del chassidismo.

Le autorità di Kiev hanno accusato la Bielorussia di Alexander Lukashenko del deliberato tentativo di "esacerbare le tensioni". "Chiediamo alle autorità bielorusse di smetterla di diffondere false dichiarazioni che fanno credere che il confine dell'Ucraina possa essere aperto agli stranieri", ha detto la presidenza ucraina che, così come il governo israeliano, sta esortando i pellegrini, che si stanno ammassando al confine da lunedì, a tornare a casa. "L'Ucraina ha annunciato che non permetterà l'ingresso in alcun modo, nonostante i numerosi sforzi per aiutare gli israeliani ad entrare via Bielorussia o Moldova", ha scritto il ministro israeliano dell'Istruzione superiore, Zeev Elkin, su Twitter. "Invito i nostri cittadini a tornare in Israele e rispettare le istruzioni per la quarantena al loro arrivo", ha aggiunto.

Gli 'hasidim', i chiassidici, sono una frangia dell'ebraismo molto radicale resa celebre dalla serie Netflix “Unorthodox”. Ogni anno si recano nella città ucraina di Uman, dove è sepolto il venerato rabbino Nachman di Breslov, fondatore della tradizione chassidica morto nel 1810. Il pellegrinaggio si svolge tutti gli anni per la festa di Rosh Hashanah, il capodanno ebraico, che inizia al tramonto di venerdì. Negli anni scorsi arrivavano fino a 30mila pellegrini del gruppo hassidico Bratslav, fondato da Nachman di Breslov.

L'evento preoccupa da tempo il governo israeliano, con lo 'zar del coronavirus' Ronni Gamzu, l'uomo incaricato da Tel Aviv di gestire l'emergenza, che già in agosto si era rivolto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky esortandolo a prendere provvedimenti. Kiev ha chiuso le frontiere ma, malgrado non vi siano al momento voli diretti fra Israele e l'Ucraina, molti sono partiti lo stesso attraverso Paesi terzi e in particolare la Bielorussia che non ha alcuna restrizione legata al Covid-19.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Duemila pellegrini ebrei bloccati al confine ucraino, Kiev accusa: "Li spinge la Bielorussia"

Today è in caricamento