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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Operatori sanitari greci in piazza contro l'obbligo di vaccinazione

Sciopero di cinque ore contro le nuove norme volute dal governo di Atene. In 300 sfilano nella capitale sotto il ministero della Salute che però tira dritto e sospende le vacanze a settembre per far fronte alle carenze dovute alle sospensioni di chi non accetta le dosi

Centinaia di operatori sanitari in Grecia sono scesi in piazza ieri per protestare contro le nuove misure che li obbligano a vaccinarsi per poter continuare a lavorare nelle strutture pubbliche e private. I lavoratori contrari al provvedimento hanno anche indetto uno sciopero di cinque ore. La misura entrerà in vigore il primo settembre e il governo ha chiarito che non verranno garantite estensioni: gli operatori sanitari di ospedali pubblici o privati e chi lavora in case di riposo, se non avranno ricevuto almeno una dose di vaccino entro quella data o non avranno un certificato di recente ripresa dal Covid-19, verranno sospesi dal lavoro.

Il sindacato dei dipendenti degli ospedali pubblici ha fatto sapere che sostiene i vaccini ma si oppone al fatto di renderli obbligatori. “Sono qui oggi perché voglio sostenere il diritto costituzionale di ogni cittadino greco di dire 'sì' o 'no' alla vaccinazione. Personalmente sono vaccinata, ma credo che sia diritto dei miei colleghi non farsi vaccinare se non lo desiderano", ha affermato Evangelia Karatzouli, un'infermiera di un ospedale pubblico parlando alla Reuters. Il ministro della Sanità, Vassilis Kikilias, ha detto che a protestare contro la misura sono "piccole minoranze" che frequentemente protestano. Secondo il sindacato Poedin, circa il 10 per cento degli operatori sanitari non ha ricevuto una prima dose. I manifestanti hanno affermato che mentre la richiesta di vaccinazione è stata ampiamente riconosciuta e rispettata dagli operatori sanitari, il punto di vista di pochi dissenzienti dovrebbe essere rispettato.

Poedin ha anche fatto richiesta per l'annullamento del vaccino obbligatorio alla suprema corte amministrativa del Paese, denunciando il fatto che minacciare i lavoratori con sanzioni non rispetta i diritti costituzionali di questi ultimi. Tra questi, sono stati menzionati la valorizzazione della dignità umana, il libero sviluppo della personalità e il diritto al lavoro. Su questo punto, la presidente della Grecia, Katerina Sakellaropoulou, ha sottolineato che, d'altro canto, la Costituzione non autorizza le persone, pur nel quadro dei loro diritti, a mettere in pericolo la vita degli altri. Similmente, il vice ministro della Salute, Vassilis Kontozamanis, ha dichiarato che "sono 18 mesi che cerchiamo di sconfiggere la pandemia. Nessuno può dire 'Non lo so, non mi è stato detto, non lo sapevo'. Non ci sarà nessun tipo di estensione, la legge sarà in atto dal primo settembre".

I non vaccinati "sono un numero minuscolo e negli ultimi 18-19 mesi questi medici e infermieri sono stati in prima linea, prendendosi cura dei pazienti nei reparti Covid, e non si sono mai contagiati. E ora vengono gettati per strada", ha detto Michalis Yiannakos, presidente del sindacato dei lavoratori degli ospedali pubblici. Ma Atene non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro, anzi ha anche deciso di annullare le ferie di tutti gli operatori sanitari del Paese dal primo settembre proprio per colmare le lacune create dalla sospensione del personale non vaccinato. La Grecia ieri ha avuto 3.538 nuovi casi di coronavirus in un solo giorno, con 28 morti. Martedì ha registrato un tasso giornaliero record di 4.608 infezioni.

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