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Venerdì, 26 Aprile 2024
La mossa tedesca / Ucraina

La missione di Scholz: evitare i cani di Putin e smentire gli allarmi di Biden

La doppia visita del cancelliere a Kiev e Mosca. Berlino cerca di ricucire con l'Ucraina (promettendo aiuti economici) e di strappare un segnale di distensione alla Russia

"Un tentativo di garantire la pace all'Europa". Con queste premesse è iniziata la missione del cancelliere tedesco Olaf Scholz che in 48 ore visiterà Kiev e Mosca nel tentativo di fermare l'escalation di tensioni tra Occidente e Cremlino, ed evitare un'invasione russa in Ucraina che per gli esperti del presidente Usa Jeo Biden è imminente. L'incontro più delicato sarà senz'altro quello con il presidente russo Vladimir Putin: a Berlino la parola d'ordine è abbassare le aspettative. Scholz non mira a tornare a casa col bottino grosso (ossia un accordo con Mosca per frenare qualsiasi ipotesi di conflitto), ma piuttosto a 'smentire' l'allarmismo Usa ottendendo un gesto chiaro da parte della Russia di impegno nei colloqui di pace internazionali. Un buon segnale in tal senso, ricordano in Germania, sarebbe evitare l'incontro con i cani di Putin, che il presidente russo portò nel 2007 nel corso di un vertice bilaterale al Cremlino al cospetto di Angela Merkel, la cui paura per questi animali era già ben nota.   

La missione di Scholz

La visita del leader tedesco era stata pianificata da tempo, e rappresenta uno snodo fondamentale della crisi ucraina visti i rapporti tra Germania e Russia. Berlino, come è noto, ha più di un buon motivo per trovare una soluzione diplomatica, a partire dalla questione del gas, per la precisione del Nord Stream 2, il gasdotto che potrebbe raddoppiare le forniture di gas russo alla Germania e che attende il via libera delle autorità tedesche per entrare in funzione.

Gli Stati Uniti hanno a più riprese criticato tale infrastruttura per le sue ripercussioni geopolitiche, e hanno avvisato Mosca (ma anche Berlino) che in caso di invasione in Ucraina il Nord Stream 2 sarebbe uno dei primi obiettivi delle sanzioni occidentali. Una posizione che Scholz non ha finora voluto condividere in modo netto, attirandosi anche le dure critiche di chi in Patria lo accusa di voler sacrificare le relazioni con Washington per salvare quelle con i padroni del gas russo (e ad aiutarlo non è stata certo la recente nomina del suo ex leader di partito, e predecessore, Gerard Schoreder nel board di Gazprom, la compagnia che possiede il Nord Stream 2). 

Garantire la pace all'Europa

Alla vigilia della sua partenza per Kiev (a cui seguirà la visita a Mosca 24 ore dopo), Scholz ha detto che qualsiasi attacco della Russia avrebbe portato a "sanzioni severe che abbiamo preparato con cura e che possiamo mettere in atto in qualsiasi momento", evitando però di citare il gasdotto. Scholz incontrerà prima il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e martedì il presidente russo Vladimir Putin."In entrambi i casi, si tratta di sondare il modo per garantire la pace in Europa", ha affermato il cancelliere tedesco, per il quale i vari formati internazionali di dialogo devono essere utilizzati per trovare una via d'uscita dalla crisi. "L'Ucraina può essere certa che mostreremo la necessaria solidarietà, proprio come abbiamo fatto in passato", ha aggiunto, con un chiaro riferimento alla polemiche dei giorni scorsi quando la Germania non ha dato seguito al rifornimento di armi e munizioni richiesto da Kiev.

"Scholz cercherà di trasmettere un messaggio accuratamente calibrato, chiarendo che la politica di esportazione di armi non cambierà e sottolineando anche che Kiev ottiene già un sostegno sostanziale dalla Germania in altre forme", scrive Politico. Berlino giustifica la sua scelta ricordando che storicamente, dopo Seconda guerra mondiale, la Germania si è impegnata a non spedire armi nelle zone di conflitto. E in Ucraina, per quanto questo aspetto passi spesso in secondo piano, c'è un conflitto interno (e civile) tra filo-Kiev e minoranza russofona che va avanti dal 2014. Di contro, Berlino ha sottolineato in questi giorni che la Germania è il principale donatore dell'Ucraina nel settore civile insieme agli Stati Uniti, avendo contribuito con 1,83 miliardi di euro all'economia ucraina negli ultimi 7 anni.

Soldi (e gas) al posto delle armi

Scholz dovrebbe usare tali argomenti, in particolare quello degli aiuti economici, per rispondere alle critiche di Kiev alla Germania, e, indirettamente, a quelle rivolte dai vertici ucraini agli Stati Uniti. Il presidente ucraino Zelenski, infatti, ha espresso il suo disappunto per la strategia portata avanti da Washington, con ripetuti allarmi sulle presunte intenzioni di invasione da parte della Russia che avrebbero seminato il panico nel Paese, con pesanti contraccolpi per l'economia. Scholz potrebbe far leva su tale situazione, presentandosi come colui che, in Occidente, non ha soffiato sul fuoco delle tensioni (rivelatesi controproducenti), e promettendo ulteriori aiuti all'Ucraina per alleviare i "danni" economici provocati da queste stesse tensioni. Soldi al posto delle armi, insomma. 

Berlino, però, dovrà anche rassicurare Kiev sul Nord Stream 2: il nuovo gasdotto, infatti, rischia di ridurre una delle principali armi di deterrenza usate da Kiev nei confronti di Mosca. A oggi, per rifornire l'Europa, la Russia utilizza le condutture che passano dall'Ucraina, versando alle casse del Paese circa 3 miliardi di dollari di tasse all'anno. Il Nord Stream 2 aggira questa via di transito, e renderebbe Mosca meno dipendente dall'Ucraina nei suoi rapporti commerciali con il resto dell'Europa.

I cani di Putin

La Germania, come dicevamo, ha tutto l'interesse a far partire il nuovo gasdotto. Per riuscirci senza entrare in rotta di collisione con Usa e un pezzo importante dell'Ue, Scholz dovrà trasformare quello che è un punto di debolezza in un'arma diplomatica a suo favore. Difficile che ci riuscirà nelle prossime 48 ore: a Berlino conoscono bene Putin e c'è chi ricorda quella volta che, nel 2007, durante una visita dell'allora cancelliere Angela Merkel, il leader russo fece entrare nella stanza il suo grosso cane nero Koni, nonostante la nota paura di Merkel per i cani. 

Il leader russo è imprevedibile e spavaldo. Anche per questo, nell'entourage di Scholz la parola d'ordine da far trapelare ai media è abbassare le aspettative sulla missione del cancelliere: l'obiettivo non è un accordo con Putin, ma semmai mantenere la Russia impegnata nei colloqui di pace internazionali. Smentire le previsioni di Washington di un'imminente invasione russa in Ucraina sarebbe già un grande successo diplomatico, di questi tempi.

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