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Venerdì, 26 Aprile 2024
Svolta inaspettata / Spagna

La legge contro le violenze sessuali che sta facendo uscire dal carcere gli stupratori

Considerata all'avanguardia nella difesa delle donne, la legislazione spagnola conosciuta con il nome di "solo sì è sì" sta causando degli effetti inaspettati

Le nuove norme avevano fatto il giro del mondo perché viste come un'avanguardia nel contrasto alle violenze sessuali. Ma la l'entrata in vigore in Spagna della cosiddetta legge del "solo sì è sì" ha avuto un effetto opposto a quello desiderato: le pene di molti condannati per reato di stupro sono state ridotte, al punto che una ventina di loro sono usciti dal carcere anzitempo. Il motivo? Un dettaglio tecnico, che chiede ai giudici di applicare la pena più favorevole all'imputato. E così il governo di centrosinistra di Pedro Sanchez sta cercando di correre ai ripari. 

Cosa dice la legislazione

La nuova legge promossa dal ministero delle Pari opportunità, nata sull’onda dell’indignazione per uno stupro di gruppo avvenuto sei anni fa durante la festa di san Firmino, prevede che qualsiasi atto sessuale non consenziente venga considerato "aggressione sessuale", equiparando così aggressioni e abusi sessuali. In sintesi, un reato che fino ad ora comprendeva una pena più grave ne ha incorporata una meno grave.

Molti giuristi avevano avvertito che non era necessario unificare i due reati, perché questo non avrebbe portato a un miglioramento della lettura del consenso delle donne, ma avrebbe portato a un maggiore caos nei tribunali, perché i margini di interpretazione sarebbero stati più larghi. Un mese dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, i tribunali hanno iniziato a firmare le loro sentenze sul nuovo testo, provocando, in appena tre settimane la scarcerazione una ventina di stupratori e lo sconto di pena di ben 50 persone. Secondo Álvaro García OrtizProcuratore generale spagnolo, la vacatio legis (il periodo che intercorre dall'applicazione di una norma alla sua entrata in vigore) è stata troppo breve, talmente tanto da non permettere ai giuristi di approfondire tutti gli aspetti dell'interpretazione della legge.

La risposta del governo

Irene Montero, ministra delle Pari opportunità, aveva promesso che non ci sarebbero state riduzioni di pena, ma a giudicare dal risultato a due mesi dall'entrata in vigore della legislazione, ha fatto male i conti. Secondo la deputata del Partito socialista queste revisioni sono dovute al fatto che ci sono giudici che "non rispettano la legge" a causa del "machismo", motivo per cui ha chiesto di rafforzare la formazione sulla parità nel sistema giudiziario. Il ministro ha dichiarato che non cambierà la legge "solo il sì è sì" perché la difficoltà sta nel rispetto dei giudici. Il premier Pedro Sánchez, dal canto suo, ritiene che il governo non possa rimanere inerte di fronte a una conseguenza inaspettata della legislazione, e ha preso in mano il dossier. A tal fine, sta valutando la possibilità di riunire un gruppo tecnico di esperti al ministero della Giustizia per studiare possibili soluzioni legali. 

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