"Come prima della guerra nell'ex Jugoslavia", il monito del Kosovo all'Europa
In una lettera, Pristina accusa la Serbia di usare un modus operandi simile a quello che portò al conflitto nei Balcani negli anni Novanta. La Russia ribadisce il suo appoggio a Belgrado
Il Kosovo chiede aiuto all'Unione europea affinché adotti misure per fermare il rischio di un'aggressione da parte della Serbia. Il tutto mentre la Russia ribadisce il suo sostegno a Belgrado, pur rinviando al mittente le accuse di Pristina di avere un ruolo nella nuova esclation di tensioni tra i due Paesi dell'ex Jugoslavia.
Dopo lo scontro sulle targhe di questa estate, le ultime rappresaglie tra maggioranza albanese e minoranza serba in Kosovo sono scoppiate in seguito all'arresto di un ex ufficiale della polizia di Belgrado. Le autorità kosovare hanno denunciato sparatorie e contestato le barricate costruite dalla comunità serba a Mitrovica. Di contro, Pristina ha in queste ore bloccato l'attraversamento del principale tratto della frontiera con la Serbia, in risposta alla notizia secondo cui il presidente serbo Aleksandar Vucic avrebbe ordinato al suo esercito di tenersi al "più alto livello di prontezza al combattimento".
Il ruolo della Russia
Alle spalle dei due Paesi balcanici, un ruolo potrebbe averlo il braccio di ferro tra l'Occidente e la Russia. Il Cremlino ha detto oggi che "sostiene" le misure adottate dalla Serbia davanti all'aumento delle tensioni nel Kosovo, ma ha negato di aver avuto alcun ruolo nella crisi. Il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, ha affermato che "la Russia sta seguendo molto da vicino quanto sta accadendo. Certo, sosteniamo Belgrado nelle azioni che sta intraprendendo", ha detto, prima di sottolineare che "la Serbia è un Paese sovrano" e "difende i diritti dei serbi che vivono in condizioni difficili. Naturalmente, reagiscono con forza quando questi diritti vengono violati", ha concluso Peskov, come riportato dall'agenzia di stampa russa Interfax.
La lettera del Kosovo
La risposta di Pristina è stata affidata a una lettera del ministero degli Esteri ai Paesi membri dell'Unione europea. Il documento, secondo quanto raccolto dal portale kosovaro Dukagjini, chiede alla comunità internazionale di incoraggiare la Serbia a tornare al dialogo e elenca in ordine cronologico gli ultimi incidenti susseguitisi nella zona settentrionale del Paese: "Nel migliore dei casi, la Serbia sta tentando deliberatamente di destabilizzare il Kosovo per evitare che avanzi il dialogo, specialmente nel contesto del nuovo piano proposto dall'Ue (appoggiato da Francia e Germania) per normalizzare le relazioni", dettaglia la lettera.
The old photo is from 1990 when Serb militants put barricades across Croatia to block roads and police. Wars in former Yugoslavia started soon after. Second photo is from this week, Serb militants blocking roads in Kosovo. It's tragic how little has Belgrade learned in 30 years. pic.twitter.com/fkK6JPOQcF
— Petrit Selimi (@Petrit) December 27, 2022
Il documento sostiene che l'escalation degli attacchi ricorderebbe il modus operandi che le autorità serbe utilizzarono per avviare conflitti armati negli anni Novanta. La lettera ricapitolerebbe anche le dispute che si sono succedute dallo scorso 10 dicembre, dalla costruzione di barricate da parte della comunità serba di Mitrovica, città nel nord del Kosovo, fino agli attacchi ai giornalisti dei media kosovari.
"Condanniamo energicamente le aggressioni ai giornalisti da parte di estremisti nel nord del Kosovo. Nelle ultime tre settimane i giornalisti sono stati attaccati ripetutamente da gruppi criminali che tentano di destabilizzare il Kosovo", ha detto via social la vice prima ministra e ministra degli Esteri kosovara, Donika Gervalla-Schwarz. "La comunità internazionale deve intervenire con urgenza su Belgrado e proteggere i media liberi. Questa storia deve finire. Ora", ha aggiunto.