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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Human Right Watch accusa Israele: "Contro i palestinesi persecuzione e apartheid"

Uno dei gruppi per i diritti umani più noti e influenti al mondo punta il dito contro Tel Aviv: "Mantiene un deliberato dominio della popolazione ebraica su quella araba"

Israele sta mettendo in atto una vera e propria "apartheid" e sta perseguitando i palestinesi compiendo quindi azioni definibili come crimini contro l'umanità. Il pesante atto d'accusa arriva da Human Rights Watch (Hrw), uno dei gruppi per i diritti umani più noti e influenti al mondo. L’Ong ha pubblicato un ampio rapporto di ben 213 pagine in cui sottolinea che ai palestinesi, che costituiscono circa la metà della popolazione del Paese, vengono “sistematicamente negati i diritti fondamentali invece concessi agli israeliani”. La relazione dell’organizzazione per i diritti umani si concentra soprattutto sulle definizioni di apartheid e persecuzione e l'organizzazione ha chiesto alla Corte penale internazionale (Cpi) di inserire questi due reati nell’indagine che ha aperto il mese scorso, e che il primo ministro di Tel Aviv Benjamin Netanyahu ha definito "antisemita", su possibili crimini di guerra israeliani.

"Sulla base della nostra ricerca concludiamo che il governo del Paese mantiene un deliberato dominio della popolazione ebraica israeliana sui palestinesi in Israele e nei Territori occupati", si legge nel rapporto. Quando questo "dominio deliberato" viene aggiunto a "oppressione sistematica" e "atti disumani", "si parla di crimine di apartheid", ha detto Hrw. L'Ong nel redigere il rapporto si è basata sulla definizione giuridica e universale del termine apartheid, coniata in Sud Africa e sancita dallo Statuto di Roma che istituisce la Corte penale internazionale. L'apartheid secondo quella definizione si compone di tre elementi: l'intento di mantenere il dominio di un gruppo etnico su un altro, l'oppressione sistematica da parte del gruppo dominante su un gruppo emarginato e atti disumani. Per quanto riguarda l'accusa di persecuzione, il gruppo ha citato "gravi abusi" nei territori occupati, tra cui la confisca delle terre, la sistematica negazione dei permessi di costruzione, la demolizione di case e "radicali restrizioni decennali alla libertà di movimento e ai diritti umani fondamentali".

Come riporta Euronews, Tel Aviv rifiuta categoricamente queste accuse e ha detto che la minoranza araba del Paese “gode di pieni diritti civili”. Il ministero degli Esteri israeliano ha reagito alle accuse di Hrw dicendo che il rapporto pubblicato non è altro che un "volantino di propaganda" non correlato "a fatti o alla verità sul campo" e scritto da un'organizzazione guidata "per molto tempo da un'agenda anti-israeliana". Come spiega La libre, questa è la prima volta che una grande Ong internazionale per la difesa dei diritti umani accusa apertamente Tel Aviv di apartheid. Per questo Philippe Sands, professore di diritto all'University College di Londra e autore di "East West Street: On the Origins of Genocide and Crimes against Humanity", ha definito il rapporto di Hrw “molto serio che merita di essere letto con attenzione”. "È un campanello d'allarme da parte di una Ong autorevole, equilibrata e rigorosa, con conclusioni fattuali e giuridiche di principio che dovrebbero essere fonte di immediata preoccupazione per chiunque abbia veramente a cuore la dignità umana e il benessere di Israele e Palestina, ora e nel futuro" ha detto Sands parlando al Times.

"Diverse voci di spicco hanno avvertito per anni che la condotta israeliana rischiava di trasformarsi in apartheid", ha detto ha detto Omar Shakir, uno degli autori del rapporto, "questo report di 213 pagine dimostra che la soglia è stata superata".  Secondo il ricercatore il limite sarebbe stato superato negli ultimi anni con la crescita del numero degli insediamenti israeliani a Gerusalemme Est, la parte orientale della Città Santa annessa da Tel Aviv e che dovrebbe essere la capitale del futuro Stato palestinese, e nelle parti occupate della Cisgiordania dove vivono ora quasi 700mila coloni. Gli insediamenti israeliani che dovevano essere "temporanei" sono diventati costruzioni "permanenti" per mancanza di un accordo sul riconoscimento di uno Stato palestinese. Per questo ora l'Ong si affida all’indagine aperta dalla Cpi contro Israele, che è nelle mani del procuratore Karim Khan. Hrw lo ha invitato a "attenersi ai fatti", "condurre un'indagine indipendente" e "assicurare alla giustizia coloro che sono implicati in gravi crimini, compresi quelli di apartheid e persecuzione”. Inoltre, a Ong ha sollecitato l'Onu a creare una "commissione internazionale di inchiesta" sulla situazione a Tel Aviv e ha chiesto agli Stati di non "essere complici" della politica israeliana. Hrw ha poi fatto appello alle autorità palestinesi, chiedendo loro di "cessare il coordinamento sulla sicurezza" con lo Stato ebraico per non essere essa stessa "complice dell’apartheid".

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