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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il summit

Berlino: "L'unità Ue contro Mosca inizia a sgretolarsi"

Ancora stallo sull'embargo al petrolio. Al vertice straordinario di Bruxelles divisioni anche sul tetto ai prezzi del gas e il piano RePowerEU

È ancora fumata nera sul sesto pacchetto di sanzioni: a quasi un mese dalla proposta della Commissione di elevare un embargo totale al petrolio russo a partire dal 2023, i 27 governo Ue non sono riusciti a trovare un accordo. E il rischio è che l'intesa non arrivi neppure al termine della due giorni di summit straordinario che inizia oggi a Bruxelles. A giocare il ruolo del "cattivo" è il premier ungherese Viktor Orban, che non intende rinunciare al greggio russo da cui il suo Paese è fortemente dipendente. Ma il leader di Budapest potrebbe anche essere la foglia di fico di un quadro di divisioni interne all'Ue ben più complesso.

Ue divisa sul petrolio 

"Dopo l'inizio dell'aggressione russa all'Ucraina abbiamo visto cosa può accadere quando l'Europa è unita. Speriamo che l'unità venga mostrata al vertice. Ma ha già iniziato a sgretolarsi", ha avvertito il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck. Durante il weekend, gli ambasciatori dei 27 hanno provato a trovare un compromesso da portare al tavolo dei leader, ma alla fine hanno dovuto alzare bandiera bianca. 

Stando a quanto emerso finora, la richiesta dell'Ungheria di essere esentata dall'embargo a tempo indeterminato non piace a una parte dei governi, che temono che in questo modo si arriverebbe a una sanzione "annacquata". Gli emissari di Orban a Bruxelles hanno ripetuto che l'Ungheria ha bisogno di soldi e di più tempo per dire addio all'oleodotto che la collega alla Russia, e hanno invitato il resto dell'Ue a concentrarsi sul petrolio che arrivia via nave. Ma Grecia, Malta e Cipro, i cui armatori controllano una parte importante del trasporto marittimo di greggio russo, non sembrano gradire questa proposta di compromesso. Va detto che anche nella stessa Germania ci sono forti resistenze all'embargo, in particolare per i contraccolpi sulle regioni orientali. Mentre in Italia, la raffineria di Siracusa controllata dalla russa Lukoil teme di dover chiudere i battenti.

Tetto ai prezzi del gas

Come dicevamo, il quadro è complesso. E molti diplomatici si dicono scettici che il vertice straordinario possa giungere a un accordo vero e proprio. Più probabile che si trovi un'intesa di massima, per poi rinviare la definizione dei dettagli agli ambasciatori dei 27 a Bruxelles. Del resto, c'è anche da discutere il RepowerEU, il piano da 300 miliardi di euro varato dalla Commissione per far fronte alla "disconnessione" dell'Ue dai fossili russi, gas compreso. Il piano non piace a tutti. E tra i motivi ci sono le modalità con cui trovare le risorse per attuarlo e i criteri con cui dividerle tra gli Stati membri. 

C'è poi la questione del mercato del gas e dell'elettricità. Come proposto dalla Commissione, i leader sembrano orientati ad aprire la porta alla proposta di fissare un tetto temporaneo ai prezzi del gas, come richiesto anche dall'Italia. Ma anche questa proposta rischia di essere annacquata per le resistenze tra i Paesi Ue. 

L'intervento di Zelensky

Al vertice si parlerà anche del piano di aiuti di 9 miliardi per l'Ucraina: l'intesa di massima c'è, chiaramente, ma i leader dovranno mettersi d'accordo sulla forma degli aiuti, se saranno tutti prestiti o ci sarà una parte a fondo perduto, e anche su quali impegni chiedere a Kiev in cambio degli aiuti. Alla riunione, chiaramente in videocollegamento, parteciperà anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in videocollegamento. 

Nella giornata di martedì si parlerà invece di sicurezza alimentare con l'intervento del presidente dell'Unione africana, il presidente senegalese Macky Sall. Nella bozza di conclusioni del vertice, la Russia viene invitata a "sbloccare l'export di grano". Non è escluso che finisca sul tavolo anche l'ipotesi di una missione navale europea per scortare le navi per fare uscire il grano dal Paese ma al momento è questione che il presidente del Consiglio, Charles Michel, sta trattando a livello di Onu. E non sembra immediatamente applicabile. Così come sono ancora in corso le trattative sui riferimenti all'impegno per processo di pace che attualmente non trova posto nelle conclusioni. 

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