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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Germania, il falco dell'austerity Lindner in pole per il ministero delle Finanze

Secondo le ultime indiscrezioni, i Verdi cederebbero la poltrona del guardiano dei conti (non solo tedeschi) in cambio degli Interni

Sarebbe Christian Lindner, leader dei liberaldemocratici e considerato un falco dell'austerity, il candidato in pole per ricoprire la poltrona più pesante, dopo quella del cancelliere, nell'eventuale nuovo governo tedesco guidato da Olaf Scholz. È quanto è emerso dai primi colloqui per la formazione della cosidetta coalizione semaforo tra i socialdemocratici della Spd, primo partito alle elezioni federali di domenica 25 settembre, i Verdi di Annalena Baerbock, e, per l'appunto, la Fdp di Lindner. 

Il falco dell'austerity

Dopo l'apertura di Scholz e della sua Spd a un governo con ecologisti e liberaldemocratici, adesso la palla è nelle mani di questi due partiti, che stanno cercando di trovare un'intesa tra loro su alcuni ministeri chiave. Entrambi hanno avanzato un proprio candidato al ministero delle Finanze: i Verdi puntano su Robert Habeck, co-presidente del partito insieme ad Annalena Baerbock, il quale a un certo punto sembrava destinato a subentrarle nella corsa alla cancelleria. Per i liberaldemocratici, però, avere le chiavi del ministero-guardiano dei conti tedeschi (e non solo di quelli) è una condizione irrinunciabile per partecipare al governo. E Lindner vuole quelle chiavi. 

Considerato un falco del rigore, l'eventuale nomina di Lindner non è vista bene da quella parte d'Europa, tra cui l'Italia, che a Bruxelles stanno facendo pressioni Per rendere permanenti i meccanismi solidali al centro della ripresa europea, dal Recovery Fund ai social bond di Sure. “Sostenere una politica fiscale ultra-espansiva per l'Europa sarebbe un grosso pericolo”, ha avvertito Lindner in un'intervista al Financial Times, lasciando intendere la sua contrarietà a questi strumenti. L’Fpd sostiene una riforma del Patto di stabilità che lo renda ancora più rigido, con tanto di sanzioni contro gli Stati membri che violano le regole Ue sul rapporto tra deficit e Pil. 

Le mosse dei Verdi

I Verdi, che a Bruxelles sono schierati contro le politiche di austerity, potrebbero alla fine cedere il passo a Linder. Secondo chi conosce bene le manovre in corso a Berlino, la pretesa dei Verdi sulle Finanze potrebbe essere solo tattica: il vero obiettivo di Habeck sarebbe infatti il ministero dell'Interno, il che romperebbe un tabù della politica germanica: non è mai accaduto nella storia tedesca del Dopoguerra, né in un Land né al governo federale, che i Verdi ricoprissero questo tipo di ruolo.

Il co-leader dei Verdi, si dice, sarebbe molto interessato all'idea. E Annalena Baerbock? Potrebbe esserle assegnato un ministero dell'economia ampliato per includervi la politica climatica, o in alternativa il ministero dell'ambiente, allargato alla politica energetica. In questo modo la candidata ecologista alla cancelleria tornerebbe al fulcro della politica ambientalista. Al momento, si tratta solo di ipotesi, che circolano nella ristretta cerchia di coloro che sono coinvolti nei negoziati. E ovviamente vale il fatto che senza un accordo sul contenuto, nessun incarico potrà essere assegnato.

Le altre possibili coalizioni

Se le trattative per la coalizione semaforo dovessero fallire, ci sono altre tre strade possibili per dare alla Germania il primo governo post-era Merkel. L’altra prospettiva più quotata dai bookmaker della politica è la coalizione Giamaica. Il vessillo include il nero, colore che rappresenta i cristiano-democratici, assieme al giallo e al verde. L’esclusione dei vincitori delle elezioni, i socialisti dell’Spd, è tutt’altro che improbabile visto che il sistema proporzionale tedesco premia gli accordi in Aula, ma poco probabile. I Verdi sarebbero il terzo incomodo di u patto del genre, mentre con i socialdemocratici hanno molti più punti in comune e potrebbero avere una maggiore influenza sull'esecutivo.

Infine resta lo scenario della coalizione rossonera tra socialisti e cristiano-democratici. Anche se i diretti interessati escludono categoricamente l'ennesima Grosse Koalition, è bene ricordare che i Cdu e Spd hanno governato assieme per tredici degli ultimi sedici anni, un'alleanza che ha stancato gli elettori ma che essendo ben rodata di fatto potrebbe essere più semplice di un patto a tre. Nell'attesa, Angela Merkel continua a lavorare al suo posto. E molto probabilmente anche al suo futuro.

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