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Venerdì, 26 Aprile 2024
Lo studio

Cina patria indiscussa della contraffazione (e le imprese italiane rischiano di fallire)

Le Pmi del belpaese sono le terze al mondo per infrazioni subite dai prodotti falsi. Le aziende la cui proprietà intellettuale è violata hanno il 34% di probabilità in meno di sopravvivere dopo cinque anni. Tutti i dati di un nuovo studio

Il fascino del made in Italy, oltre all'attenzione dei consumatori, continua ad attirare i leader mondiali della contraffazione. Si tratta in gran parte di aziende cinesi che, anziché investire sull'innovazione, preferiscono 'rubare' i prodotti altrui per trarne un vantaggio indebito anche a danno delle piccole e medie imprese (Pmi), comprese quelle italiane.

I prodotti del belpaese sono infatti tra i più contraffatti a livello mondiale, con l’11% dei sequestri globali di merci che violano i diritti delle Pmi che riguardano le produzioni italiane, terze al mondo a subire tali infrazioni e precedute soltanto da quelle statunitensi e svizzere. Il dato emerge dallo studio sui "Rischi del commercio illecito di prodotti contraffatti per le piccole e medie imprese", frutto della collaborazione tra l'Euipo (Ufficio europeo per la proprietà intellettuale) e l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici). 

Il documento fa chiarezza anche sui Paesi di origine dei prodotti contraffatti che violano la proprietà intellettuale delle piccole imprese. "La Cina si conferma come la maggiore fonte di prodotti contraffatti e rappresenta l’85% dei sequestri legati alle vendite online e il 51% dei sequestri di vendite offline a livello mondiale", si legge nella nota di presentazione dello studio. I contraffattori si interessano a tutti i tipi di prodotti realizzati dalle Pmi. "Quelli più frequentemente presi di mira sono macchinari elettrici ed elettronica (30% dei sequestri), abbigliamento (18%), profumeria e cosmetici (10%) e giocattoli o giochi (10%)". Inoltre, molti di questi prodotti contraffatti sono di scarsa qualità e spesso rappresentano una minaccia per la salute e la sicurezza dei consumatori. 

Oltre ai potenziali danni per i consumatori, i falsi hanno senza dubbio un impatto negativo per il giro d'affari della aziende 'copiate' illegalmente. La relazione evidenzia appunto che le Pmi la cui proprietà intellettuale è violata hanno il 34% di probabilità in meno di sopravvivere dopo cinque anni.

L'affare milionario dei soldi falsi nascosti in pacchi postali

I dati confermano che "le Pmi innovative sono maggiormente esposte al rischio di contraffazione", ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Euipo, Christian Archambeau. "Queste imprese, che si spera creeranno i posti di lavoro e la ricchezza del futuro, vedono ridotte le proprie possibilità di sopravvivenza a causa della concorrenza sleale e illegale dei contraffattori e di altri trasgressori della proprietà intellettuali", ha aggiunto il direttore. "È fondamentale garantire un’adeguata applicazione delle norme e aiutare i legittimi operatori europei nella lotta contro questa piaga", ha concluso Archambeau. 

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