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Venerdì, 26 Aprile 2024
I farmaci che non ci sono

Tornano gli antibiotici in Europa (ma ci vorrà ancora un mese)

L'industria dei farmaci rassicura sull'arrivo di nuove scorte. Ma la crisi potrebbe continuare: la situazione nei Paesi Ue

Negli ultimi mesi l'Europa è stata duramente colpita dalla carenza di antibiotici e di altri farmaci essenziali. Ma l'allarme potrebbe presto rientrare: secondo il capo di Medicines for europe, Adrian van den Hoven, il mercato dovrebbe stabilizzarsi tra circa un mese, a patto che il tasso di infezioni diminuisca e che la diffusione di una combinazione di influenza, Covid-19 e virus respiratorio sinciziale non complichi ulteriormente la situazione. Nel peggiore degli scenari, infatti, le catene di approvvigionamento potrebbero arrivare a un punto di rottura.

Per evitare il peggio, l'industria sta lavorando per produrre più antibiotici e aumentare il numero di persone che lavorano nelle fabbriche. Una parte della carenza può essere attribuita alla pandemia, in cui il consumo di antibiotici si è ridotto drasticamente perché le persone lavoravano da casa, e all'improvvisa impennata della domanda di antibiotici che si è verificata prima del previsto. Inoltre, c'è stato un aumento della domanda di farmaci per bambini e di polveri solubili, che sono più difficili da produrre in grandi quantità. Anche la carenza di imballaggi è un problema critico, in parte dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina. Per far fronte a questo problema è stata richiesta una certa flessibilità per quanto riguarda il re-boxing, analogamente a quanto avvenuto durante la pandemia.

Gli esperti sostengono che l'attuale carenza di medicinali in Europa evidenzia la necessità che l'Ue diventi più autonoma. Un funzionario dell'Ue ha dichiarato a Euractiv che nel breve termine la Commissione lavorerà per aiutare le fabbriche ad aumentare la produzione e che la Strategia farmaceutica dell'Ue sarà presentata prima del previsto. Tuttavia, il funzionario ha sottolineato che la regolamentazione rimane una responsabilità delle singole nazioni.

Ma al di là di questi fattori contingenti, ci sono delle causa strutturali che potrebbero complicare l'approvvigionamento di questi farmaci nel lungo termine. I giganti del settore, infatti, stanno investendo sempre di meno sui nuovi antibiotici, mentre l'Unione europea sta cercando di promuovere azioni per contrastare la resistenza a tali farmaci, che ogni anno provoca la morte prematura di 35mila persone nel continente. 

La situazione Paese per Paese

In Italia, l'Aifa ha segnalato una carenza di oltre 3mila medicinali, con 554 in esaurimento. In Grecia, il governo ha iniziato a produrre i generici a livello nazionale, anche se i sondaggi mostrano che i cittadini preferiscono i "vecchi farmaci di marca". Il Portogallo sta spingendo per la creazione di una lista di "articoli critici", in Bulgaria oltre 300 medicinali, tra cui alcuni antibiotici, mancano dagli scaffali e in Slovenia la fornitura di 200 articoli è interrotta.

Analogamente, nella Repubblica Ceca, alcuni prodotti potrebbero mancare fino alla primavera, con in testa gli antibiotici. In Polonia mancano analgesici e antipiretici, antibiotici, farmaci neurologici e per diabetici, morfina o terapie utilizzate per il trattamento del cancro. Anche in Slovacchia è stata segnalata la carenza di comuni prodotti da banco, tra cui supposte per la febbre e il dolore per i bambini e compresse per il mal di gola. Il ministero della Salute ha attuato alcune misure a breve termine per affrontare questa situazione, come la sostituzione del medicinale prescritto con un altro equivalente e l'importazione di confezioni in lingua straniera.

Cosa c'è dietro la carenza di antibiotici

A dicembre, il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach ha annunciato importanti modifiche alle regole di determinazione dei prezzi, tra cui un aumento del pagamento delle cure da parte delle assicurazioni sanitarie per rendere la produzione e la fornitura economicamente sostenibili. Il governo prevede inoltre di stoccare in futuro i medicinali più importanti, dando priorità a quelli prodotti made in Ue per rafforzare la sovranità europea e ridurre la dipendenza da Paesi terzi.

In Austria, la disponibilità di oltre 540 farmaci è attualmente limitata e sono state avanzate proposte per istituire una "scorta nazionale di crisi" e per incentivare la produzione nazionale attraverso un fondo "Made in Austria". In Francia, il ministro della Salute François Braun ha ammesso che ci vorranno due mesi per ricostituire le scorte di amoxicillina e un portavoce del governo ha sottolineato la necessità di delocalizzare le industrie del settore. Il Belgio dispone attualmente di scorte sufficienti di amoxicillina, ma è in allerta per le carenze dovute all'attuale situazione in Ucraina e in Cina.

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