Per uscire dal nucleare servono due nuovi impianti a gas: il caso che divide il Belgio
Bruxelles va avanti verso l’abbandono delle centrali, ma i rischi per l’approvvigionamento potrebbero costringere il governo a una clamorosa retromarcia
Il caro bollette e la guerra in Ucraina, con i conseguenti sconvolgimenti sul mercato del gas, hanno messo in subbuglio la politica energetica europea. In Belgio la confusione è ancora maggiore dal momento che il Paese si trova nel bel mezzo della transizione dal nucleare verso le altre fonti energetiche. L’abbandono dell’atomo, annunciato in Belgio all’inizio degli anni duemila, è stato rinviato più volte. Anche questa volta i dubbi non mancano e i colpi di scena non sono esclusi.
Per chiudere i sette reattori nucleari belgi entro il 2025 senza mettere a rischio l’approvvigionamento energetico, Bruxelles ha bisogno di garantire l’entrata in funzione di almeno due nuovi impianti a gas. La ministra dell’Energia, l’ecologista Tinne van der Straeten, ha infatti programmato l’exit strategy dal nucleare puntando sulla costruzione delle due nuove centrali a gas di Awirs e Vilvoorde, attirando anche le forti critiche di alcuni movimenti ambientalisti contrari all’uso di fonti fossili.
La vera ‘grana’ per la ministra è rappresentata dal permesso per la seconda centrale, quella di Vilvoorde, che l’azienda Engie Electrabel non ancora è riuscita ad ottenere. Consapevole del problema che ciò potrebbe generare per la sicurezza degli approvvigionamenti del Paese, il governo si è posto una nuova scadenza per decidere sul futuro del nucleare. Se Vilvoorde non ottiene un permesso entro il 15 marzo, i piani di uscita di addio all'atomo torneranno in dubbio.
Una scadenza definita “insostenibile” dal giornale Le Soir. Ciononostante il governo “ribadisce la volontà di eliminare del tutto il nucleare a metà marzo”. La via d’uscita potrebbe arrivare da una delle tre società (Luminus, Eneco, Tessenderlo Group) che in precedenza avevano chiesto la realizzazione di nuove centrali a gas in Belgio. Bocciate tutte le loro proposte, il governo di Bruxelles potrebbe scegliere un “perdente fortunato”, scrive la stampa locale, per salvare il piano di abbandono del nucleare.