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Venerdì, 26 Aprile 2024
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L’ambasciatore Ue non definisce Cuba una dittatura. E la destra chiede le dimissioni

Il diplomatico aveva firmato una lettere al neo presidente Biden in cui si chiede agli Usa di rimuovere le sanzioni contro l'Avana. Ira di popolari, conservatori e liberali. L'Alto rappresentante Borrell: "È evidente che sono stati fatti degli errori, ma dobbiamo valutarli "

La decisione dell'ambasciatore dell'Unione europea a Cuba, Alberto Navarro, di chiedere agli Stati Uniti di rimuovere l'embargo all'Avana ha creato un piccolo caso diplomatico, con diversi eurodeputati dell centrodestra che sono insorti contro l'iniziativa. L'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha parlato di "errori" in questa scelta che saranno oggetto di una valutazione, nel rispondere ai 37 esponenti popolari, liberali e conservatori, che in una lettera gli avevano chiesto le dimissioni del diplomatico.

L'accusa

Secondo i parlamentari l'iniziativa di Navarro "costituisce un fatto grave in una linea di azione totalmente infelice ed erratica su quella che dovrebbe essere la difesa dei nostri interessi e valori, come unione di Stati democratici e di diritto". Secondo i deputati, Navarro avrebbe anche chiesto ad altri rappresentanti di Paesi dell'Unione europea di unirsi alla "spropositata iniziativa". “È evidente che sono stati fatti degli errori, ma dobbiamo valutarli nei giusti termini”, ha affermato Borrell aggiungendo che risponderà ai deputati solamente “quando la valutazione sarà finita”. Il titolare della diplomazia europea, che ha richiamato l’ambasciatore a Bruxelles per spiegazioni, non ha voluto anticipare quali eventuali misure possono essere adottate.

Il fatto

Quella di Navarro era una delle 800 firme apposte a una lettera inviata a inizio febbraio al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Una missiva nella quale si ricordava come l'amministrazione di Donald Trump avesse imposto una serie di sanzioni "che aggravano il più duraturo e soffocante embargo che si sia mai imposto a una nazione". A Biden si chiedeva quindi “di iniziare a smantellare il sistema di sanzioni che continua a colpire il popolo cubano". Poche settimane più tardi, l'ambasciatore ha rilasciato un'intervista a CubaNet nella quale negava di poter definire Cuba "una dittatura". "Come ambasciatore non posso dare definizioni e meno ancora del governo presso cui sono accreditato", spiegava. Secondo Politico, la decisione dell'ambasciatore dell'Ue di firmare la lettera ha irritato alcuni a Bruxelles, che hanno definito “inappropriato” il comportamento di Navarro.

La linea Trump

Bruxelles ha contrastato la linea di condotta degli Usa, condannando la decisione dell'amministrazione Trump di designare Cuba come stato promotore del terrorismo, lista dalla quale l'isola era stata esclusa dall'ex presidente Barack Obama. Washington motivava tale iniziativa segnalando che L'Avana ha "ripetutamente fornito sostegno ad atti di terrorismo internazionale": il governo cubano si rifiuta di estradare in Colombia membri dell'esercito di liberazione nazionale (Eln), responsabili di un assalto sferrato a gennaio 2019 a una stazione di polizia di Bogotá, costato la vita a 22 persone. Nonostante il cambio al comando degli Usa, l’amministrazione Biden non pare avere fretta di modificare la tradizionale posizione rispetto a Cuba. "Un cambiamento della politica nei confronti di Cuba non è attualmente tra le massime priorità del presidente Biden, ma ci impegniamo a fare dei diritti umani un pilastro centrale della politica statunitense e ci impegniamo a rivedere attentamente le decisioni politiche prese nell'amministrazione precedente, inclusa la decisione di designare Cuba come sponsor statale del terrorismo", ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, alla stampa.

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