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Domenica, 28 Aprile 2024
Il voto

Dopo le mucche gli eurodeputati italiani provano a "salvare" anche gli allevamenti di maiali e polli

A Strasburgo il voto finale sulla direttiva per ridurre le emissioni industriali può riservare qualche altra sorpresa. Gli agricoltori sperano di indebolire ancora di più la tutela dell'ambiente

Doveva essere la legge destinata a ridurre le emissioni nocive degli allevamenti intensivi, ma   rischia di diventare una totale debacle. Il Parlamento europeo il 12 marzo torna a votare sull'accordo riguardante le emissioni industriali. Tra le misure previste nella proposta iniziale della Commissione europea c'era la riduzione delle emissioni degli allevamenti intensivi, ma il testo è stato talmente modificato e annacquato che rischia di essere svuotato quasi completamente, almeno per quel che riguarda il settore agricolo. Stavolta i trattori sono arrivati fino a Strasburgo per ottenere un ultimo colpo di spugna dopo i risultati già ottenuti negli ultimi due mesi, con tutta una serie di concessioni da parte sia degli Stati membri che di Bruxelles. L'obiettivo per questa plenaria è quello di far escludere anche gli allevamente di maiali e polli dalle limitazioni proposte dall'Unione europea e concordati con gli Stati membri, dopo le esenzioni già ottenute per i bovini. 

Esenzioni per chi alleva polli e maiali

Il primo colpo lo aveva assestato il Parlamento europeo a luglio quando una maggioranza trasversale di deputati (tra cui gli italiani De Castro, Rondinelli, Picierno e Pisapia) avevano escluso le fattorie di bovini dalla direttiva sulle emissioni industriali. Le stalle con le mucche, sia da latte che da carne, sono state salvate da maggiori controlli e tasse, nonostante una parte ingente di inquinamento (metano in testa) sia connesso agli allevamenti intensivi. Dopo i negoziati  concordati in trilogo con il Consiglio Ue a novembre, gli eurodeputati andranno di nuovo al voto in Plenaria il 12 marzo per l'approvazione definitiva. Ci sono però alcuni emendamenti insidiosi, come il 309, presentato agli inizi di marzo da alcuni parlamentari, tra cui l'italiana Francesca Peppucci del centro-destra (Forza Italia / Ppe). Si tratta delle ultime mosse che puntano di fatto ad escludere anche gli allevamenti di polli e suini dalla stretta.   

Trattori a Strasburgo

"Se passeranno o meno questi emendamenti dipenderà anche dal fatto se gli agricoltori si presenteranno o meno a Strasburgo a protestare", ha previsto un funzionario dell'Aula. Gli agricoltori, almeno quelli rappresentati dalla potente lobby agricola della Copa-Cogeca, promettono di esserci. L'appuntamento per manifestare è fissato il 12 marzo alle 10.30 davanti all'Eurocamera a Strasburgo. "L'agricoltura europea chiede risposte a breve termine e segnali forti, che si tratti di proposte di semplificazione immediatamente efficaci, di risposte sul commercio agricolo con l'Ucraina, di uno stop ai negoziati sull'accordo Ue-Mercosur nella sua forma attuale, di una svolta sulle Ngt (note in Italia come Tecniche di evoluzione assistita, ndr) o di una direttiva sulle emissioni industriali che non attacchi gli allevamenti familiari di suini e pollame!", scrive in un comunicato la Copa-Cogeca, cui aderiscono anche le italiane Confagricoltura, Coldiretti e Cia - Agricoltori italiani. 

Le pressioni della zootecnia 

L'obiettivo della proposta originaria varata da Bruxelles era di combattere l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo da grandi installazioni agro-industriali, che comportano gravi problemi di salute come asma, bronchite e cancro. Grazie all'intenso lavoro di lobbying del settore zootecnico, sostenuto dal governo italiano e da numerosi eurodeputati dello Stivale dalla destra alla sinistra, la normativa risulta pesantemente indebolita. Se anche gli ultimi emendamenti dovessero passare la vittoria dell'industria degli allevamenti sulle esigenze di tutela ambientale sarebbe totale, con rischi ancora più gravi però sia per i cittadini che per coloro che desiderano portare nei campi un'agricoltura diversa, che lavora "con" la natura e non "contro" di essa. 


 

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