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Sabato, 27 Aprile 2024
Europa Today

Il piano Ue per ridurre le emissioni nella navigazione "porterà al disastro ecologico"

Una bozza del testo rivela che si punta ancora troppo sui combustibili fossili. Gli ambientalisti: "Si spingono le alternative più economiche, che sono anche le più distruttive"

Il piano che la Commissione europea sta mettendo a punto per ridurre le emissioni del settore della navigazione europea “porterà a un disastro ecologico”, in quanto è capace solo di promuovere il gas naturale liquefatto, un combustibile fossile, in alternativa al petrolio, scelta che non è affatto sostenibile nel lungo periodo.

La dura accusa arriva da un gruppo di Ong ambientaliste che hanno avuto accesso a una bozza del provvedimento che, affermano, "bloccherà l'uso di combustibili fossili per i decenni a venire e renderà irraggiungibile l'obiettivo dell'Ue di neutralità delle emissioni nette entro il 2050". Per combattere il cambiamento climatico l'Unione europea ha fissato l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 e di diventare climaticamente neutra entro il 2050, richiedendo una riduzione del 90 per cento delle emissioni dei trasporti entro quella data. L'obiettivo della Commissione è far sì che i combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio rappresentino tra il 6 e il 9 per cento del mix di combustibili per il trasporto marittimo internazionale nel 2030 e tra l'86 e l'88 per cento entro il 2050. Per farlo verrà proposta il prossimo 14 luglio una direttiva sul carburante verde per il trasporto marittimo, la FuelEU Maritime.

Ma la bozza, che oltre che dalle Ong è stata ottenuta anche dal Guardian, rivelerebbe che la Commissione europea ha preso in considerazione la richiesta di passare a combustibili verdi specifici per gli armatori, ma l'ha poi scartata. Come riporta il giornale britannico Bruxelles ha optato piuttosto per un approccio che fisserebbe “obiettivi di intensità dei gas serra” sempre più stringenti da raggiungere per l'energia utilizzata a bordo. Il documento trapelato afferma che questo approccio, piuttosto che un regolamento "prescrittivo" sui carburanti, "risponde alle esigenze di flessibilità, che sono state sottolineate dalle parti interessate durante le attività di consultazione". Ma a essere consultati sono stati anche 121 realtà tra armatori o gestori di navi, produttori di energia e fornitori di carburante, compagnie di navigazione a corto raggio, produttori di navi e attrezzature marittime. Insomma tutte attività interessate a non cambiare troppo lo status quo.

“Questa presunta legge sui combustibili verdi spingerebbe le alternative più economiche, che sono anche le più distruttive”, ha attaccato Faig Abbasov, direttore del programma sul trasporto marittimo di Transport and Environment (T&E), la Ong che ha esaminato il testo. Per Abbasov “conteggiare il gas fossile e i biocarburanti come verdi farà in modo che per ulteriori decenni il settore continuerà a produrre inquinamento mentre dovremmo promuovere idrogeno e altre fonti rinnovabili e prive di carbonio”. Per l'attivista però “c'è ancora tempo per eliminare i combustibili fossili e impedire che il Green Deal europeo trasformi la transizione del trasporto marittimo in un disastro ecologico", ma la Commissione deve essere più coraggiosa.

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