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Sabato, 27 Aprile 2024
Fanalino di coda in Europa

Così la Padania ha annacquato la legge Ue anti-smog

Bruxelles ha introdotto deroghe ai limiti massimi di inquinamento dell'aria per venire incontro alle esigenze delle regioni del Nord. In Italia il record di morti premature connesse al particolato

Lo smog uccide circa 330mila persone l'anno. L'Italia detiene un triste record: quello del Paese dell'Unione europea dove l'inquinamento dell'aria miete più vittime. Bruxelles ha provato a rimediare con una nuova legge anti-smog, sulla quale hanno appena trovato un accordo il Parlamento europeo ed il Consiglio, che riunisce la posizione dei governi. La nuova norma mira a ridurre l'inquinamento atmosferico stabilendo limiti più bassi rispetto a quelli odierni, introduce misurazioni continuative e precise e garantisce risarcimenti alle persone che si ammalano. L'obiettivo finale è quello dell'inquinamento "zero" entro il 2050.

Nonostante introduca importanti novità, l'impatto della direttiva è stato ridotto a causa delle pressioni esercitate dalla "Padania", l'area più inquinata del Belpaese e tra le più inquinate in Europa. I governatori di Lombardia, Piemonte, Veneto (regioni guidate dalle destre) insieme all'Emilia Romagna (a guida Pd) sono riusciti, col consenso di Roma, a far inserire varie deroghe ed esenzioni per consentire ad industria, trasporti, allevamenti e privati a proseguire le loro attività inquinanti diluendo nel tempo gli obiettivi inizialmente proposti. 

Deroghe per i valori limite

Al termine di un lungo "tira e molla", la sera del 20 febbraio si è arrivati ad un accordo provvisorio tra Eurocamera e governi, che include alcune delle richieste portate avanti dai governatori padani. L'accordo prevede che gli Stati membri possano richiedere, entro il 31 gennaio 2029, un rinvio del termine per il raggiungimento dei nuovi valori limite. Per farlo dovranno dimostrare che esistono ragioni specifiche e saranno tenuti a "rigorose" condizioni. Fino al 1° gennaio 2040 le deroghe valgono per le zone in cui il rispetto della direttiva entro il 2030 sarebbe "irrealizzabile a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche" o dove le riduzioni possono essere raggiunte "solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti".

Fino al 1° gennaio 2035, con possibilità di proroga per altri due anni, lo sforamento dei valori potrà avvenire se le proiezioni mostreranno che i valori limite non possono essere raggiunti entro il termine previsto. Per richiedere queste deroghe, i Paesi membri dovranno dimostrare nei loro piani per la qualità dell'aria che questo superamento dei valori sarà mantenuto il più breve tempo possibile. Devono inoltre assicurare che i nuovi obiettivi saranno effettivamente raggiunti entro la fine del periodo fissato. 

L'impatto di industria e trasporti 

La direttiva si basa su uno studio che rivela come gli obiettivi provvisori potranno essere raggiunti senza particolari problemi "per il 94% delle stazioni di monitoraggio dell’Ue, con benefici almeno sette volte superiori ai costi", ha ricordato lo scorso settembre il commissario Ue per l’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, nel corso della plenaria a Strasburgo. E quel 6% rimanente? Come ammesso dallo stesso commissario lituano, in quel 6% dove risulta più difficile raggiungere gli obiettivi rientra proprio la pianura Padana.

A farle compagnia tra ci sono anche la Catalogna e i Paesi bassi, tutte aree densamente industriali e dove prevalgono i trasporti su strada di persone e merci, insieme ad allevamenti ed agricoltura intensivi. Secondo chi governa queste zone, sono tutte caratterizzate da una particolare morfologia, che renderebbe più difficile l'abbattimento delle sostanze inquinanti. Una circostanza che non tutti reputano possa giustificare le deroghe ottenute. 

La "scusa" dell'orografia

"Questo accordo ci soddisfa nella misura in cui ci avvicina all'entrata in vigore della direttiva, il cui passaggio finale avverrà probabilmente dopo la tornata elettorale delle europee di giugno", ha detto a Today Anna Gerometta, presidente del Comitato Cittadini per l'aria, una delle organizzazioni che più si è battuta in Italia per l'approvazione della norma. In merito alle deroghe e alle flessibilità, Gerometta ha aggiunto: "I cittadini padani si meritano di più da amministratori che giocano con le loro vite. Grazie alle flessibilità i governatori delle regioni del Nord possono ottenere termini più lunghi per adeguarsi ai nuovi limiti accampando il tema dell'orografia padana, che anostro avviso costituisce solo una scusa per ritardare azioni necessarie da parte loro, che rimandano per recuperare voti". 

Morti premature: record italiano

Come emerso pochi mesi fa da un rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente (Aea), in Italia sono state calcolate 46mila morti premature derivanti dall'esposizione al particolato (PM2.5), particelle infinitamente piccole che si introducono nel nostro corpo. Altre 11.300 persone hanno perso la vita a causa dell'esposizione al biossido di azoto e 5.100 all'ozono. Il bilancio è drammatico: significa che circa un quinto dell'intera mortalità a livello Ue si registra in Italia.

Pochi giorni fa uno studio ha eletto la città di Milano la quarta al mondo per inquinamento. Ciò nonostante i governatori padani hanno chiesto ed ottenuto requisiti meno stringenti rispetto a quelli originariamente proposti dall'esecutivo comunitario. I governatori Attilio Fontana (Lombardia), Luca Zaia (Veneto), Alberto Cirio (Piemonte) e Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) hanno giustificato le loro richieste riferendosi alla minaccia di perdite economiche troppo ingenti se la norma anti-smog fosse entrata in vigore con i criteri stabiliti inizialmente. 

I costi dello smog

In realtà l'inquinamento atmosferico pesa sulla salute delle persone, ma anche sull'economia. Il 97% della popolazione urbana a livello europeo respira un'aria considerata malsana. I costi sanitari ammontano ogni anno a miliardi di euro, che gravano sia sulle casse pubbliche che sulle risorse dei cittadini che hanno bisogno di cure. A soffrirne sono principalmente i soggetti più vulnerabili:  bambini, donne in gravidanza, anziani così come persone già malate.

Le fasce più povere della popolazione sono quelle che spesso non hanno le risorse per curarsi. "A differenza di quanto sostenuto dai governatori padani la qualità dell'aria non è un costo. Le nazioni del Nord Europa, che vantano economie floride, hanno affrontato da tempo il problema dell'inquinamento adottando soluzioni che premiano la salute dei loro cittadini", ha dichiarato Gerometta a Today. "Non assumendo le decisioni opportune, posticipandole all'infinito, in realtà si rallenta il processo per una nuova industrializzazione, che necessita invece di una transizione rapida per creare un'economia più moderna e pulita. Tante persone in Italia hanno le capacità, l'intelligenza e l'ambizione di non restare il fanalino di coda in Europa sul tema della lotta all'inquinamento. Le azioni non vanno posticipate ma pianificate in anticipo", ha concluso la presidente di Cittadini per l'aria.

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