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Venerdì, 26 Aprile 2024
Lavoro

Le aziende titolari di marchi o brevetti pagano salari più alti. Ma in Italia scarseggiano

Nel Belpaese solo il 4% delle imprese registra proprietà intellettuale, a fronte di una media Ue superiore all'8,7%. Ma chi lavora per chi scommette su design e brand registrati guadagna, in media, il 19% in più rispetto agli altri

Brevetti, design registrati e marchi influenzano sempre di più le performance aziendali, con ricadute positive anche sui lavoratori. È quanto emerge dal nuovo studio pubblicato dall'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) e dall'Ufficio europeo dei brevetti (Epo). Le imprese europee che possiedono diritti di proprietà intellettuale a vario titolo (brevetti, marchi e design) registrano in media fatturati superiori del 20% se paragonate ai competitor con lo stesso numero di dipendenti, ma privi di proprietà intellettuali registrate. Un surplus di entrate per le aziende che scommettono sul capitale intellettuale che porta - prosegue lo studio - a stipendi medi più alti del 19% per i dipendenti delle imprese titolari di brevetti, marchi o design registrati. Lo studio - che si basa su un'analisi statistica per il periodo 2007-2019 di un campione di oltre 127.000 società di tutti e 27 i Paesi Ue più il Regno Unito - mette anche in evidenza i limiti del ‘sistema Italia’, che si trova a inseguire gli altri Paesi europei più avanti sulla tutela e la diffusione delle proprietà intellettuali. Europa Today ne ha parlato con Andrea Di Carlo, vicedirettore esecutivo dell’Euipo. 

Come si colloca l’Italia, se paragonata agli altri Paesi Ue, in materia di protezione della proprietà intellettuale?
Nel caso dell'Italia, dove ai fini del nostro studio sono state analizzate un totale di 11.000 aziende, i risultati mostrano che solo il 4% delle imprese possiede almeno un marchio, un design o un brevetto (mentre il dato totale per tutta l’Ue è pari all’8,8%, ndr). Dei tre, i marchi sono il diritto di proprietà intellettuale più protetto in Italia. Anche guardando alle piccole e medie imprese, scopriamo che il 4% delle Pmi possiede uno dei tre diritti di proprietà intellettuale, mentre in tutta l’Ue l’8,7% di tutte le Pmi ne possiede almeno uno. Ci sono diversi fattori che contribuiscono a questa situazione. A parte la mancanza di consapevolezza sui diritti di proprietà intellettuale, soprattutto tra le Pmi, vi è la percezione che le procedure di registrazione di tali diritti siano complesse e costose. Inoltre, spesso si teme che il costo del rispetto di questi diritti rappresenti un onere finanziario per le Pmi.

Quanto contano le proprietà intellettuali per l’economia italiana?
Un precedente studio del 2019 sul contributo delle proprietà intellettuali all’economia italiana ha rivelato che le industrie ad alta intensità di tali diritti hanno generato circa sette milioni di posti di lavoro (31,5% di tutta l’occupazione) e hanno contribuito con 774 miliardi di euro al Pil italiano (il 46,9% del totale), e il che è molto significativo. Ciò significa che più forte è il tuo portafogli di diritti di proprietà intellettuali, migliori saranno le prestazioni della tua azienda. Per quanto riguarda i settori economici, i settori in testa per proprietà intellettuali sono l'informazione e la comunicazione, con il 18% delle imprese di quel settore che detengono marchi o brevetti, seguito dalla manifattura, con il 14%, e altre attività di servizi (14%) .

Cosa sta facendo l’Euipo e l’Unione europea per aumentare il contributo delle proprietà intellettuali all’economia del continente?
Per aumentare la consapevolezza dell'importanza e dei vantaggi dei diritti di proprietà intellettuale, sono in corso diverse iniziative che abbiamo messo in atto, come il programma Ideas Powered for Business, creato per sostenere le piccole e medie imprese per ottenere il più possibile dalle loro proprietà intellettuali durante la crisi del Covid-19. Il contributo dell'Euipo comprende anche un programma di fondi da 20 milioni di euro, che sta già ricevendo le prime domande, per sovvenzionare la consulenza su tutti i diritti di proprietà intellettuale per le Pmi nell'Ue e le domande di marchi e design a livello nazionale, regionale o europeo. Il sostegno alle Pmi è stato una parte centrale della strategia dell'Euipo, anche prima della pandemia, e questi sforzi sono stati ora accelerati, in collaborazione con la Commissione europea e gli uffici della proprietà intellettuale dell’Ue.

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