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Venerdì, 26 Aprile 2024
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I 4 nodi da sciogliere per il Recovery fund, Merkel pessimista su un accordo

Continua il braccio di ferro tra Italia e Olanda. Si cerca un compromesso, ma le posizioni restano distanti. Dalle sovvenzioni a fondo perduto al "super freno di emergenza": ecco i punti sul tavolo dei negoziati

Non è bastato un taglio di 50 miliardi, né sono stati sufficienti le rassicurazioni sui 'rebate' (ossia degli 'sconti' personalizzati sui contributi al bilancio europeo) e sul meccanismo che lega aiuti e impegni su riforme. Il terzo giorno di summit a Bruxelles sul Recovery fund, il piano di rilancio dell'economia europea in seguito alla crisi del coronavirus, si apre con le stesse divisioni del primo giorno: da un lato il blocco guidato da Francia, Italia e Spagna, dall'altro quello dei 'frugali' guidato dall'Olanda e in mezzo i Paesi di Visegrad (Polonia e Ungheria in primis) che chiedono più risorse come Roma, ma non intendono cedere sullo Stato di diritto. Una situazione di stallo che secondo la cancelliera Angela Merkel rischia di far saltare l'accordo.  

Arrivando al summit, Merkel ha affermato che i leader dei 27 hanno "varie posizioni" sull'entità degli aiuti, sulle regole per accedervi e su come applicarle. "Non posso ancora dire se troveremo una soluzione. C'e' molta buona volontà, ma porebbe darsi che oggi non venga raggiunto un risultato", ha detto la cancelliera, che è presidente di turno dell'Ue. Più possibilista il leader francese Emmanuel Macron, mentre l'Italia starebbe addirittura chiedendo di chiudere un'intesa a 26, ossia senza l'Olanda, accusata di essere il vero ostacolo verso l'avvio del Recovery fund. 

Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel dovrebbe presentare una nuova proposta di compromesso. I nodi da sciogliere sono 4:

1 - L'equilibrio tra aiuti a fondo perduto e prestiti. L'ultima proposta di Michel portava a 450 miliardi di euro gli aiuti, contro i 500 proposti dalla Commissione Ue. I frugali, pero', hanno chiesto un ulteriore taglio di 75 miliardi. Italia e Spagna si oppongono a questo approccio.

2 - Governance: i Paesi Bassi hanno spinto per avere il potere di porre il veto sull'erogazione dei fondi qualora lo Stato che li riceve non rispetti gli impegni sulle riforme. L'Italia si è opposta a quello che a Bruxelles è stato ribattezzato il 'super freno di emergenza'. 

3 - Stato di diritto: l'Ungheria e la Polonia stanno respingendo la proposta per collegare i finanziamenti al rispetto dello Stato di diritto. I due Paesi sono già nel mirino della Commissione su questo tema. Michel ha proposto un compromesso che però non convince né il duo polaccco-ungherese, né l'Olanda.

4 - Dimensione del pacchetto complessivo: i leader sono ancora divisi sulla dimensione totale della misura di rilancio, che tiene conto anche del nuovo bilancio Ue 2021-2027. Attualmente è poco al di sopra dei 1.800 miliardi. 

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