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Domenica, 28 Aprile 2024
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Tik Tok a un passo dalla chiusura negli Usa. Cina: "Trump fa bullismo economico"

Secondo la stampa, la società cinese che gestisce il popolare social era pronta a vendere una parte delle quote alla statunitense Oracle, evitando così l'oscuramento decretato per il 15 settembre dalla Casa bianca per ragioni di sicurezza nazionale. Ma Pechino avrebbe fermato l'operazione

Sembrava tutto fatto per il passaggio di TikTok (e soprattutto dei dati dei suoi sempre più numerosi utenti) in mano Usa: ByteDance, la società cinese che gestisce il social, aveva annunciato la vendita di una parte delle azioni alla statunitense Oracle, facendo contento il presidente Donald Trump, che aveva minacciato di 'spegnere' l'app poiché considerata un rischio per la sicurezza nazionale. Ma a stretto giro è arrivata la scure di Pechino, che ha fermato di fatto l'operazione: ByteDance non venderà gli asset negli Stati Uniti e non darà il codice sorgente a nessun gruppo Usa, ha reso noto l'emittente televisiva statale cinese China Global Television Network.

Se lo stop fosse confermato, da domani TikTok potrebbe venire oscurata sul suolo statunitense. Ad agosto, infatti, Trump aveva firmato due ordini che essenzialmente vietano al social cinese, sempre più popolare tra i giovani di tutto il mondo, di continuare a operare nel Paese sotto l'attuale proprietà. Da quel momento, vista anche il rischio di venire oscurato a partire dal 15 settembre, la dirigenza di TikTok ha intavolato trattative con una serie di società, non solo statunitensi. Alla fine, stando alle indiscrezioni della stampa, i negoziati avrebbero portato ByteDance a valutare l'offerta del gigante Microsoft.

I colloqui con la multinazionale fondata da Bill Gates, però, avevano subito una battuta d'arresto dopo che il governo cinese aveva aggiornato la sua lista di controlli sulle esportazioni includendo alcune tecnologie di intelligenza artificiale, di cui probabilmente fa parte anche l'algoritmo di raccomandazione personalizzato di TikTok. Nel frattempo, nelle trattative di ByteDance si sarebbe inserita Oracle, con cui, stando sempre alle indiscrezioni della stampa, era stato trovato un accordo giusto a 24 ore dalla scadenza dell'ultimatum di Trump.

Accordo che però Pechino avrebbe bloccato. Il governo non ha voluto confermare a notizia, ma ha ribadito la propria contrarietà alle pratiche che definisce "coercitive" a cui la popolare app è stata sottoposta. "L'irragionevole repressione e intimidazione di società non statunitensi", ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Wang Wenbin, "dimostra le vere intenzioni di alcuni politici statunitensi e la brutta faccia del bullismo economico", a cui la Cina si oppone. Al momento, l'unica certezza è la dichiarazione ufficiale di Microsoft, che in una nota ha confermato che la sua offerta è stata rifiutata. 

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