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Venerdì, 26 Aprile 2024
Lavoro

Parlamento Ue: "Sanzionare le imprese che discriminano le lavoratrici"

Una risoluzione di Strasburgo punta il dito contro il divario retributivo di genere e la carenza di sostegni alla donne che lavorano

Il Parlamento europeo torna a chiedere agli Stati membri maggiori impegni sulla difesa dei diritti delle donne e per ridurre le disuguaglianze di genere nell'Unione.

In una risoluzione non legislativa, i deputati hanno ribadito che la parità retributiva e la parità di trattamento sono un presupposto indispensabile per la parità di diritti, l'indipendenza economica e la realizzazione professionale delle donne. I deputati sono preoccupati per il persistente divario retributivo (14,1%) e pensionistico (29,5 %) tra donne e uomini nell'Ue, e per la natura spesso precaria della situazione lavorativa delle donne. Invitano i Paesi UE membri ad adottare misure concrete per garantire che le donne abbiano pari accesso al mercato del lavoro e all'occupazione, nonché la stessa remunerazione e gli stessi diritti in materia di lavoro.

Una delle misure prospettate è sanzionare le imprese che non rispettano la legislazione sul lavoro. Inoltre, i deputati sostengono la proposta della Commissione sulle misure vincolanti in materia di trasparenza salariale, ma sottolineano che, da sola, non sarà sufficiente per affrontare disuguaglianze di genere profondamente radicate.

Vita professionale e vita privata

Per garantire che tutti, indipendentemente dal genere, abbiano il diritto di lavorare e conciliare la propria vita professionale e privata, i deputati invitano l'UE e i suoi paesi membri a sostenere ulteriormente i diritti relativi alla maternità e alla paternità migliorando i periodi di congedo equo e pienamente retribuito. Chiedono modalità di lavoro flessibili dopo il congedo di maternità, di paternità e parentale e maggiori investimenti in servizi di assistenza all'infanzia locali e di qualità.

Violenza contro le donne

Avendo osservato che la pandemia e i conseguenti confinamenti hanno portato a un aumento della violenza contro le donne, i deputati invitano gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie per garantire che i responsabili degli abusi siano identificati e monitorati dalla polizia. Sottolineano la necessità di programmi specifici per proteggere e monitorare le vittime di violenza domestica nonché di misure per migliorare l'accesso alla giustizia e ai centri di accoglienza.

Per contrastare la violenza di genere, Bulgaria, Cechia, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia dovrebbero ratificare la Convenzione di Istanbul. È inoltre necessaria una legislazione dell'UE complessiva in materia.

Salute sessuale e riproduttiva

Il progetto di risoluzione ribadisce che l'accesso alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi è un diritto fondamentale che non può in alcun modo essere ridotto o revocato. I deputati sottolineano che le violazioni della salute sessuale e riproduttiva delle donne e i relativi diritti, compresa la negazione di assistenza all'aborto sicura e legale, sono una forma di violenza contro donne e ragazze. Invitano la Commissione e i paesi membri a intensificare il loro sostegno ai difensori dei diritti umani, ai prestatori di assistenza sanitaria che si adoperano per far progredire la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti e alle organizzazioni della società civile attive in questo campo.
 

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