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Venerdì, 26 Aprile 2024
Lavoro

Stangata a Google, la Corte Ue rigetta il ricorso e conferma la multa da 2,4 miliardi

La Commissione accusa il colosso di Mountain View di favorire nel motore di ricerca i propri servizi di acquisti a discapito della concorrenza

Brutte notizie per Google, il Tribunale dell'Ue ha respinto in toto il ricorso contro la decisione della Commissione europea, secondo la quale il colosso di Mountain View ha abusato della sua posizione dominante favorendo il proprio servizio di acquisti comparativi, rispetto ai servizi concorrenti. Per questo il tribunale ha confermato l'ammenda di 2,42 miliardi di euro inflitta da Bruxelles.

Il ricorso era stato presentato sia da Google sia dalla controllante Alphabet, ma la Corte lo ha respinto riconoscendo "il carattere anticoncorrenziale della pratica controversa" messa in atto con il suo servizio Shopping. "Google si è allontanata dalla concorrenza nel merito" attraverso un posizionamento più favorevole del suo servizio di comparazione degli acquisti, declassando invece i servizi concorrenti, relegati nella colonna dei risultati generici. I giudici di Lussemburgo ritengono che, al termine della sua indagine avviata nel 2010 dopo le denunce presentate delle rivali TripAdvisor e Twenga, la Commissione europea abbia "correttamente riscontrato effetti dannosi sulla concorrenza" della pratica attuata da Google in 11 Stati membri, tra cui l'Italia, nel Regno Unito e in Norvegia.

L'azienda, scrivono nelle motivazioni della decisione, "non riesce ancora a dimostrare alcun aumento di efficienza legato a questa pratica che compenserebbe i suoi effetti negativi sulla concorrenza", osservando che, "anche se gli algoritmi per la classificazione dei risultati generici o i criteri per il posizionamento e la visualizzazione dei risultati dei prodotti specializzati di Google possono, in quanto tali, rappresentare miglioramenti del servizio favorevoli alla concorrenza, ciò non giustifica la pratica in questione, vale a dire la disparità di trattamento dei risultati del servizio di acquisti comparativi di Google e dei risultati dei servizi di acquisti comparativi concorrenti". Il gigante di Mountain View ha ora la possibilità impugnare la sentenza dinnanzi al tribunale superiore, la Corte di giustizia Ue.

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