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Sabato, 27 Aprile 2024
Lavoro

Facebook assumerà 10mila persone in Europa per costruire il "metaverso"

Cos'è la nuova galassia virtuale. E perché Zuckerberg punta sull'Ue

Facebook vuole diventare uno dei protagonisti principali del metaverso nei prossimi anni, che ritiene sarà il futuro dell’esperienza virtuale per milioni di utenti. E comincerà questo viaggio in Europa, dove intende reclutare migliaia di lavoratori per iniziare a costruire oggi il mondo (virtuale) di domani. Ma la mossa non convince tutti, soprattutto in questi tempi in cui l'azienda di Mark Zuckerberg si muove in acque tutt'altro che placide.

Il piano di Zuckerberg

L’ultima mossa di Facebook è un piano per assumere 10mila professionisti altamente qualificati nell’Unione europea per iniziare a sviluppare quello che viene generalmente definito “metaverso” (metaverse in inglese). L’annuncio non giunge però a ciel sereno: da tempo l’azienda sta riflettendo su come sviluppare questa “nuova fase di esperienze virtuali interconnesse”, che ruota intorno all’idea di una “presenza virtuale” che possa avvicinarsi sempre di più all’interazione umana in persona.

L’acquisto di Oculus, una grossa casa produttrice di visori, avvenuto nel 2014, è eloquente in merito. Mark Zuckerberg, fondatore e ad di Facebook, sostiene che questo sia il futuro e da mesi sta provando a immaginare come costruirlo concretamente, sia a livello tecnico che economico. Una decisione, intanto, l’ha presa: partirà dall’Ue, della cui industria tech apprezza la solidità e il potenziale innovativo. Ma Facebook in Europa non corteggia solo il “talento d’avanguardia a livello mondiale”: l’altro dato importante è che i legislatori Ue giocheranno un ruolo fondamentale nella regolazione del digitale nei prossimi anni.

Cos’è il metaverso?

Facebook descrive il metaverso come “un set di spazi virtuali dove si può creare ed esplorare con altre persone che non sono nel nostro stesso spazio fisico”, un luogo online dove si può fare praticamente di tutto: “interagire con gli amici, lavorare, giocare, imparare, comprare, creare e molto altro”. Se le applicazioni di realtà aumentata (ad esempio il celebre gioco “Pokémon Go”) sono essenzialmente basate sull’interazione dell’utente con il mondo fisico, per quanto “integrato” con aggiunte digitali, il metaverso fa un passo in più e sposta tutte le esperienze possibili all’interno di una galassia virtuale iperconnessa (in cui non si entra tramite computer o telefoni ma visori e cuffie speciali) che non si sovrappone al mondo reale ma lo sostituisce. Qui, il confine tra “reale” (fisico) e “virtuale” (digitale) andrebbe sbiadendosi sempre di più, continuando un processo già avviato da piattaforme come Fortnite o Decentraland, considerate tra le principali precorritrici del metaverso.

Le critiche a Facebook

Ma non sono in pochi a ritenere che l’annuncio sia in realtà una cortina di fumo per coprire i problemi che l’azienda sta accumulando negli ultimi tempi. Al di là dei problemi tecnici come il recente “down” delle app della “galassia Zuckerberg” (Facebook, Instagram e WhatsApp), ci sono da qualche tempo forti pressioni, soprattutto negli Stati Uniti, per imporre regole più strette a quello che viene visto come un impero digitale con tendenze monopolistiche, soprattutto dopo le rivelazioni di un’ex dipendente secondo cui la piattaforma avrebbe consapevolmente anteposto i propri interessi finanziari al benessere degli utenti. Dal canto suo, alle accuse di voler monopolizzare anche questo nuovo spazio virtuale Facebook risponde che “nessuna azienda possederà e gestirà da sola il metaverso” e che “come internet, le sue caratteristiche principali saranno l’apertura e l’interoperabilità”.

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