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Venerdì, 26 Aprile 2024
Europa Today

Il dramma afghano non scuote l'Austria: "Rimpatriare i migranti irregolari"

Il pugno duro del governo di Vienna. Che in alternativa propone centri di detenzione fuori il Paese oggi in mano ai talebani

Per l'Austria, l'Afghanistan è un Paese sicuro nonostante la presa del potere da parte dei talebani. O almeno questa è la conclusione a cui si giunge ascoltando le parole dei leader politici di Vienna, il cui governo è guidato dal giovane rampante cancelliere Sebastian Kurz (lui di centrodestra, ma in coalizione con i Verdi). I quali, anche dinanzi alla presa di Kabul, hanno insistito sulla necesità di rimpatriare i migranti afghani giunti irregolarmente. 

L'Austria era tra i sei Paesi membri dell'Ue che la scorsa settimana avevano scritto alla Commissione europea affinché non si opponesse alla deportazione dei migranti nonostante l'avanzata dei talebani e il ritiro delle truppe Usa ed europee dall'Afghanistan. Una richiesta che però contrasta con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, alla quale i Paesi Ue, Austria compresa, hanno aderito da tempo. 

Anche per questo, tre dei sei firmatari (Germania, Paesi Bassi e Danimarca) hanno fatto un passo indietro. Non Vienna, che invece in queste ora rilancia il suo pugno duro. "Se le deportazioni non sono più possibili a causa delle restrizioni imposteci dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, devono essere prese in considerazione alternative", ha affermato il ministro degli Interni austriaco Karl Nehammer in una dichiarazione congiunta con il ministro degli Esteri Alexander Schallenberg.

“I centri di espulsione nella regione intorno all'Afghanistan sarebbero una possibilità. Ciò richiede la forza e il sostegno della Commissione europea", ha aggiunto Nehammer, preannunciando che porterà la proposta sul tavolo dei colleghi Ue.

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