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Sabato, 27 Aprile 2024
Europa Today

"Bruxelles vuole creare un Super-Stato", lo spot di Orban divide i giornali europei

Il leader ungherese finanzia una campagna pubblicitaria in tutta l'Ue per attaccare l'Eurocamera. Ma diversi quotidiani si sono rifiutati di pubblicarla. E il de Standaard pubblica una bandiera Lgbtq+

C'è chi ha rifiutato i soldi e pubblicato per tutta risposta una bandiera Lgbtq+. Ma c'è anche chi ha accettato la pubblicità (e incassato) senza alcuna polemica. Il premier ungherese Viktor Orban non divide solo la politica europea, ma anche il mondo dell'informazione. La sua campagna pubblicitaria, pagata con fondi del governo di Budapest, sul tema "Avvenire dell'Unione europea - Le proposte dell'Ungheria" ha trovato l'opposizione di diversi editori, che hanno rifiutato di pubblicarne lo spot, ossia una pagina che è di fatto un atto di accusa nei confronti del Parlamento europeo e di chi solleva la questione dello Stato di diritto in Ungheria, ong comprese.

La mossa di Orban arriva nel bel mezzo di un braccio di ferro tra Budapest e Bruxelles che potrebbe portare allo stop dei fondi europei per l'Ungheria, accusata di violare alcuni principi fondamentali dell'Ue. La recente approvazione di una legge che vieta di parlare delle questioni di genere ai minori di 18 anni ha scatenato un putiferio che è arrivato fino ai campi di calcio di Euro 2020. E di certo ha reso ancora più duro lo scontro tra la Commissione e alcuni Stati Ue da un lato, e Orban dall'altro. 

E' stata proprio la legge ungherese anti-Lgbtq+ a spingere il quotidiano belga de Standaard a rifiutare platealmente l'inserzione pubblicitaria del governo di Orban, e a pubblicare al suo posto una pagina con i colori dell'arcobaleno e il testo "Caro Viktor Orban, le leggi non dovrebbero mai distinguere un amore dall'altro". Sempre in Belgio, anche il quotidiano liberale di destra La Libre ha rigettato l'inserzione dell'esecutivo di Budapest, e lo stesso hanno fatto  il quotidiano svedese Dagens Nyheter e il Times of Malta. Il caporedattore del quotidiano maltese, Herman Grech, ha spiegato il rifiuto con il fatto che Orban ha “dichiarato guerra alla libera stampa ungherese".

L'inserzione del governo di Orban, tuttavia, non tratta delle questioni Lbgtq+ o della libertà di stampa, ma è più uno spot a uso e consumo delle spinte nazionaliste: secondo Budapest, l'Ue sta costruendo un "Super-Stato", una sorta di "Impero europeo", contro il quale bisogna reagire rafforzando i parlamenti nazionali e frenando sul processo di integrazione europea (anche se poi alla fine chiede l'ingresso nell'Ue della Serbia). C'è poi un attacco alle ong e all'Eurocamera: “Il Parlamento europeo si è rivelato un vicolo cieco: rappresenta solo i propri interessi ideologici e istituzionali". 

Secondo quanto riporta la Reuters, l'annuncio è stato pubblicato su Le Figaro in Francia, ABC in Spagna, Jyllands-Posten in Danimarca e Mlada fronta Dnes nella Repubblica Ceca. Non si sa quanti organi di stampa siano stati contatti e quali abbiano accettato o rifiutato. "L'annuncio è un modo per noi di dire in modo chiaro e semplice ciò che pensiamo sia giusto per il futuro dell'UE", ha detto a Reuters un portavoce del governo ungherese.

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