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Sabato, 27 Aprile 2024
Il ritardo / Ungheria

L'Ungheria rinvia il voto sull'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato

Rimandato di altre due settimane il via libera all'ingresso nell'Alleanza atlantica, i deputati andranno in missione nei due Paesi per chiarire i dubbi di alcuni di loro

Finlandia e Svezia dovranno aspettare ancora un po' per ottenere il via libera dell'Ungheria al loro ingresso nella Nato. Il parlamento di Budapest ha deciso di posticipare il voto sul via libera alla loro adesione, originariamente previsto per il sei marzo, almeno fino al 20 del mese, per analizzare meglio le perplessità di una parte dei deputati. Il Paese di Victor Orban è l’unico, insieme alla Turchia, a non aver ancora acceso il semaforo verde per l’avvio della procedura di ingresso dei due Paesi scandinavi nell’organizzazione, un via libera atteso ormai da più di sei mesi.

Diverse sono le ragioni espresse da Orban per giustificare il ritardo della ratifica, l’ultima vede come protagonista la nascita di una controversia durante la riunione del gruppo parlamentare Balatonfured, con a capo l’ex ministro della Difesa, Csaba Hende, che avrebbe giustificato la necessità di organizzare la partenza di una delegazione ungherese per Helsinki e Stoccolma, per discutere meglio della situazione.  

Mentre l’incontro con la controparte svedese dovrebbe tenersi il 7 marzo, non c’è alcuna data precisa per il confronto in Finlandia, motivo che lascia intendere ulteriori possibili ritardi. “Non è certo che la proposta verrà approvata entro la prossima settimana”, ha dichiarato David Bedo, deputato del partito Movimentum Momentum, “i membri del partito sperano di riuscire a convincere la maggioranza del governo a votare a favore dell’adesione di Svezia e Finlandia dopo le missioni nei due Paesi”, ha precisato sempre Bedo.

Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijarto, ha comunque garantito che qualunque dovesse essere l’esito degli incontri tra le delegazioni, il governo è intenzionato a sostenere l’adesione. “Confido che il Parlamento prenda una decisione saggia il prima possibile”, ha dichiarato la presidentessa Katalin Novak. Nonostante l’ottimismo di alcuni vertici, i dibattiti parlamentari dello scorso mercoledì sono stati molto accesi, protrattisi per oltre quattro ore, le discussioni sono state caratterizzate da alcuni esponenti del governo che hanno sottolineato una lunga serie di episodi spiacevoli in cui rappresentanti svedesi e finlandesi avrebbero “insultato” l’Ungheria, in riferimento alle accuse del mancato rispetto dello Stato di diritto e in generale della democrazia.  

Anche l'Ungheria frena sull'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato

Le motivazioni che hanno spinto Stoccolma ed Helsinki alla scelta atlantica sono riconducibili al timore per la propria sicurezza, percepita come a rischio dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Orban ha espresso fiducia per l’avanzamento del progetto, stando alle parole del primo ministro il suo partito, Fidesz, è pronto a sostenere la candidatura degli interessati, seppur al suo interno vi sia ancora qualche resistenza, alcuni deputati non sembrano “molto entusiasti”, ha dichiarato il leader. I meno compiaciuti del partito di maggioranza sarebbero trattenuti dal fatto che, in seguito all’adesione finlandese al patto atlantico, Russia e Nato si troverebbero a condividere un confine di mille chilometri, aumentando la portata dei rischi geopolitici nell’intera Europa orientale.  

Il mese scorso la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha richiesto di velocizzare il via libera di Budapest ed Ankara, “senza ulteriori ritardi”, parole a cui ha fatto eco la volontà ungherese di “discutere seriamente”, nonché “trovare una soluzione al problema turco, altrimenti l’allargamento potrebbe fallire”, ha spiegato Orban.  

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