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Sabato, 27 Aprile 2024
La mossa / Polonia

Gli alleati di Meloni perdono le elezioni, ma sono chiamati a formare il governo in Polonia

Il presidente Duda ha dato l'incarico al conservatore Morawiecki, premier uscente, nonostante non abbia i numeri per la fiducia. Lui stesso sarà però la spina nel fianco di un possibile governo moderato

I conservatori di Diritto e Giustizia (PiS) proveranno a restare al potere in Polonia, un tentativo che con ogni probabilità è però destinato al fallimento. Al premier uscente Mateusz Morawiecki è stato dato l'incarico di privare a formare un governo dopo che il suo partito, che in Europa è alleato con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, ha ottenuto la maggioranza relativa alle elezioni del 15 ottobre scorso. Ma nonostante il Pis sia risultato la prima formazione nella Camera bassa di Varsavia, con 194 seggi su 460 membri, non sembra avere alcuna possibilità concreta di portare dalla sua parte un numero sufficiente di deputati per mettere insieme una maggioranza.

Il presidente Andrzej Duda aveva detto prima delle elezioni che avrebbe dato al partito con il maggior numero di seggi la prima possibilità di formare un governo. Per questo ora ha ignorato l'appello di tre partiti dell'opposizione, che insieme controllano 248 seggi parlamentari, di dare il compito direttamente al popolare ed europeista Donald Tusk, che è stato primo ministro dal 2007 al 2014, nonché presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019, e sotto la cui leadership sono intenzionati a formare una coalizione. Il PiS, al potere dal 2015, è arrivato primo ma ha perso la maggioranza assoluta. Poiché tutti gli altri partiti dell'emiciclo hanno escluso la possibilità di formare una coalizione con lui, sembra improbabile che sia in grado di governare. La decisione di Duda, ex membro di Diritto e Giustizia e che è stato il candidato sostenuto dal partito alle presidenziali, è stata accolta con favore dal portavoce del PiS Rafal Bochenek, che l'ha definita "una conferma della lunga tradizione costituzionale del nostro Paese" in un post su X.

Dal canto suo Morawiecki ha sostenuto che si appellerà al Partito Popolare Polacco di centro-destra, per ottenere il sostegno necessario in Aula. Tuttavia, questo partito fa parte di un gruppo più ampio chiamato Terza Via che afferma di non essere interessato a sostenere un terzo mandato del PiS. Insieme alla Nuova Sinistra i deputati di Terza Via vogliono sostenere Tusk, e il suo riavvicinamento all'Unione europea, dopo anni di scontri tra Varsavia e Bruxelles. Morawiecki deve presentare un gabinetto a Duda dopo massimo due settimane dalla convocazione del nuovo parlamento, che avverrà il 13 novembre, e poi avrà altre due settimane per presentare il suo programma e tenere un voto di fiducia.

Se non ci riuscirà la palla passerà a Tusk. Quest'ultimo aveva esortato Duda a non ritardare la sua nomina a primo ministro, affermando che un ritardo potrebbe danneggiare le sue possibilità di sbloccare i fondi destinati alla Polonia e congelati da Bruxelles a causa di una disputa sulle riforme giudiziarie, che secondo la Commissione europea violano le regole dello Stato di diritto. "Questo gioco espone inutilmente gli interessi polacchi a perdite tangibili, ma vi ripeto che non cambierà nulla", aveva detto a un comizio poco prima che Duda facesse la sua scelta.

La nomina di Tusk segnerebbe una svolta epocale per la nazione, dopo otto anni di scontri con Bruxelles su questioni che vanno dall'immigrazione ai diritti della comunità Lgbt+. Tusk, che si è già recato a Bruxelles per discutere con i vertici Ue dello sblocco dei fondi al Paese, ha anche affermato di voler sottoporre a un tribunale statale coloro che sono stati accusati dalla sua alleanza di aver commesso illeciti durante gli otto anni di potere del PiS, compreso lo stesso Duda. La sua Coalizione Civica (Ko) accusa il PiS di aver sovvertito gli standard democratici aumentando il controllo politico sui tribunali e trasformando la televisione di Stato in uno sbocco per la propaganda, accuse rigettate dal governo.

Tusk stesso ha rischiato di non potersi candidare dopo essere stato sottoposto a un'indagine da un'apposita commissione pubblica accusato di aver favorito le "influenze russe" nella nazione. L'indagine, che non sarebbe avvenuta nelle Aule di tribunali ma in quelle del Parlamento, era stata criticata da Bruxelles come un'ingerenza nella vita democratica della nazione e una violazione dello Stato di diritto.

Un eventuale governo Tusk dovrà comunque fare i conti con lo stesso Duda, che ha grossi poteri e li può usare per fare opposizione a qualsiasi esecutivo. Il presidente ha il potere di porre il veto sulle leggi, e sono necessari i tre quinti del parlamento, o 276 voti, per annullarlo, numeri che la coalizione di Tusk non ha. Inoltre negli otto anni in cui è stato al potere il PiS ha riempito di suoi fedelissimi i dipartimenti governativi, le aziende e le istituzioni controllate dallo Stato, come la banca centrale, molti tribunali, le autorità di regolamentazione e i media pubblici. Anche loro saranno una spina nel fianco della nuova maggioranza.

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