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Sabato, 27 Aprile 2024
La controversia / Regno Unito

Davvero Londra ha "rubato" alla Grecia i marmi del Partenone? Come stanno le cose

Salta all'ultimo momento l'incontro tra Sunak e Mitsotakis. Le opere d'arte furono portate in Gran Bretagna due secoli fa, dall'allora ambasciatore Lord Elgin. Lui affermò di averle comprate col permesso dell'Impero Ottomano, che governava il Paese, ma non ci sono prove

Si è riacceso lo scontro tra Regno Unito e Grecia sulla questione delle statue e dei marmi del Partenone di Atene, esposti nel British Museum di Londra. Il premier britannico Rishi Sunak, ha cancellato all'ultimo secondo un incontro con il suo omologo greco, Kyriakos Mitsotakis, dopo che quest'ultimo ha rilasciato un'intervista alla Bbc chiedendo la restituzione dei Marmi di Elgin, e sostenendo che avere una parte dei manufatti a Londra e il resto ad Atene è come tagliare a metà la Gioconda. Il governo ellenico chiede da tempo la restituzione delle sculture che furono portate via dalla Grecia dal diplomatico britannico Lord Elgin all'inizio del 19esimo secolo.

Parte dei fregi che ornavano il tempio del Partenone sull'Acropoli, i 'marmi di Elgin', come sono conosciuti in Gran Bretagna, sono stati esposti al British Museum di Londra per più di due secoli. Il resto delle opere si trovano in un museo appositamente costruito ad Atene. Le sculture furono rimosse in circostanze tuttora controverse per volere di Lord Elgin, allora ambasciatore del Regno Unito presso la corte ottomana. Le antichità furono spedite a Londra tra il 1801 e il 1804 e vendute al British Museum nel 1816.

Si tratta di 17 sculture che, come il Partenone, hanno 2.500 anni. I marmi facevano parte di un fregio che decorava l'antico tempio sull'Acropoli della capitale greca. Queste opere costituivano circa la metà del fregio di 160 metri del Partenone, considerato uno dei più grandi monumenti culturali del mondo. Le sculture sono considerate un simbolo di libertà in Grecia, dove sono conosciute come i Marmi del Partenone.

Il diplomatico britannico rimosse le sculture all'inizio del 19esimo secolo, quando era ambasciatore presso l'Impero Ottomano, che allora governava la nazione. A partire dal 1801, lo stesso Elgin avrebbe supervisionato la rimozione e la spedizione nel in Gran Bretagna dei marmi in 170 casse. Il diplomatico affermò di aver ricevuto il permesso dall'Impero Ottomano stesso, e di averlo richiesto per proteggere le opere dall'incuria in cui temeva sarebbero stati tenuti.

Secondo l'enciclopedia Britannica, l'uomo avrebbe chiesto il permesso di far misurare, disegnare e copiare da artisti importanti pezzi di scultura e dettagli architettonici per i posteri. Alla fine la richiesta sarebbe stata accolta, insieme all'autorità di "portare via qualsiasi pezzo di pietra con vecchie iscrizioni o figure". Ma nonostante la vasta documentazione dell'epoca, non è stato trovato nulla a sostegno dell'acquisto da parte di Elgin.

Nello stesso Regno Unito all'epoca il diplomatico ricevette sostegno ma anche feroci critiche. La vicenda suscitò un forte clamore ed Elgin fu accusato di rapacità, vandalismo e disonestà. Lord Byron e molti altri lo attaccarono ferocemente a mezzo stampa. Dopo averli tenuti per 10 anni, fu lo stesso Elgin poi a vendere le opere al governo britannico nel 1816 per la somma di 35mila sterline, circa la metà dei costi che lui avrebbe sostenuto, poi i marmi passarono sotto l'amministrazione fiduciaria del British Museum.

È dal 1832, quando la Grecia ottenne l'indipendenza dall'Impero Ottomano, che Atene prova a recuperare le sculture e le altre opere d'arte sottratte al Paese. Recentemente è stata nel 2014, l'avvocato per i diritti umani Amal Clooney a chiedere alla Gran Bretagna di avviare colloqui con la Grecia per la restituzione dei Marmi di Elgin. "Si tratta di un'ingiustizia che persiste da troppo tempo", aveva dichiarato l'avvocato che è anche nota per essere moglie della star di Hollywood George Clooney.

Il presidente del British Museum, l'ex cancelliere conservatore George Osborne, sta spingendo per un prestito temporaneo alla Grecia e sembra che abbia anche messo a punto un accordo. Ma sia Sunak che il leader laburista Keir Starmer affermano che non sosterrebbero una modifica della legge sul British Museum che attualmente ne impedisce la restituzione. Secondo un sondaggio di YouGov, per il 49% dei britannici i marmi dovrebbero essere restituiti, per il 15% dovrebbero rimanere a Londra, e per il 26% vanno bene entrambe le cose.

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