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Sabato, 27 Aprile 2024
L'accusa

“Mi chiamo Jesus”: così il 'paperone' dei vini francesi ha evitato di pagare 420 mln di tasse

L’uomo ha iniziato da giovanissimo a farsi chiamare Pierre per occultare le sue origini spagnole. Diventato miliardario, si è trasferito in Svizzera dove si sarebbe presentato col suo ‘vero’ nome

Un nome di battesimo ‘nascosto’ per tanti anni è tornato utile a un miliardario francese, che sarebbe riuscito ad occultare le sue fortune al fisco svizzero. Pierre Castel, fondatore di uno dei più grandi gruppi francesi nel settore del vino, ha presentato ricorso contro il pagamento di centinaia di milioni di euro in tasse arretrate e sanzioni. Le somme vengono richieste dalla Svizzera dove il ‘paperone’, oggi 95enne, si è trasferito nel lontano 1981 registrandosi col suo vero nome: Jesus.

Castel aveva infatti iniziato a farsi chiamare Pierre da quando era giovanissimo per evitare lo stigma di un nome spagnolo quando in Francia i figli degli immigrati venivano emarginati dalla società. Tuttavia, secondo il blog investigativo svizzero Gotham City, Castel si sarebbe presentato alle autorità fiscali elvetiche con il suo nome di battesimo, riuscendo così ad occultare la sua fortuna, già immensa negli anni Ottanta. 

Il Gruppo Castel controlla infatti la catena Nicolas di negozi di vino, che conta centinaia di punti vendita in tutto il mondo. La rivista svizzera Bilan lo ha elencato come l'undicesima persona più ricca della Svizzera, mentre il settimanale economico francese Challenges ha affermato che Castel possiede la decima fortuna più grande in Francia, con un valore stimato di 13,5 miliardi di euro.

Scoperto lo stratagemma, un tribunale svizzero ha chiesto il pagamento delle tasse arretrate oltre a una sanzione. La cifra totale ammonta all’equivalente in franchi svizzeri di 420 milioni di euro.

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L'avvocato di Castel, Gregory Clerc, ha dichiarato all’agenzia Afp che il suo cliente aveva presentato ricorso alla più alta corte svizzera. “Il signor Castel - ha detto il legale - ha espletato tutte le formalità amministrative senza eccezioni indicando il suo nome completo, compresi i suoi cognomi, non appena è arrivato in Svizzera”. “Non ha mai usato uno pseudonimo o un'altra identità”, ha garantito l’avvocato.

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