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Sabato, 27 Aprile 2024
Refugees not welcome / Irlanda

Il Paese dell'accoglienza che non vuole più rifugiati

L'Irlanda era uno dei Paesi più solidali con i migranti, ma ora il grande afflusso di stranieri, coinciso con una grave crisi abitativa, con i prezzi dell'energia alle stelle, sta creando rabbia tra i cittadini

Un tempo era uno dei Paesi più accoglienti d'Europa per gli stranieri, ora invece l'Irlanda sembra avere un problema con i rifugiati. Dagli scontri nella capitale al recente incendio a Galway, cresce l'opposizione da parte della popolazione dell'isola alle politiche di accoglienza dei richiedenti asilo. Non è passato neanche un mese da quando le immagini delle violenze che hanno sconvolto Dublino lo scorso 24 novembre hanno fatto il giro del mondo, e già un altro episodio di cronaca ha scosso il Paese. Al centro, ancora una volta, i migranti che giungono in Irlanda domandando lo status di rifugiati.

Nella notte di sabato scorso, l'hotel Ross Lake House di Rosscahill, nella contea occidentale di Galway, che avrebbe dovuto ospitare una settantina di richiedenti asilo, è stato inghiottito dalle fiamme. Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di un incendio doloso, appiccato da qualcuno del posto che non vedeva di buon occhio la decisione di stanziare nella struttura il gruppo di migranti. Immediata la condanna del governo per voce del Taoiseach (il termine in gaelico che designa il primo ministro), Leo Varadkar, per il quale non c'è alcuna giustificazione per il ricorso alla violenza. Roderic O'Gorman, il ministro per l'Integrazione, ha dichiarato che l'incendio serviva a "intimidire le persone che cercano protezione internazionale in Irlanda".

L'opposizione alle politiche migratorie di Dublino, percepite come eccessivamente accoglienti e solidali, erano un tempo appannaggio esclusivo di piccole frange dell'estrema destra xenofoba, ma stanno guadagnando crescenti consensi tra settori della popolazione e della politica irlandese. Due consiglieri locali del partito repubblicano Fianna Fáil al governo sono ora al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni in cui hanno criticato apertamente la linea dell'esecutivo di coalizione (composto dai liberali di Fianna Fáil, i cristiano-democratici di Fine Gael e i Verdi).

Séamus Walsh ha incolpato "la politica insensata del governo" per aver esasperato la cittadinanza e aver provocato, indirettamente, questo gesto criminale, che è stato compiuto per "il timore per la sicurezza e il benessere delle loro famiglie". Walsh ha aggiunto che la comunità locale ha già accolto la sua parte di immigrati, e che la contea non può essere usata dal governo centrale come "un serbatoio".

Il suo collega Noel Thomas ha rincarato la dose, asserendo che l'Irlanda è "inondata" di rifugiati e che il governo ignora consapevolmente le preoccupazioni dei suoi stessi cittadini. Finché Dublino non cambierà rotta, ha sostenuto, sarà inevitabile assistere ad altri episodi come questo. Thomas era presente al presidio che si è tenuto sabato sera all'hotel Ross Lake House, dove poi è scoppiato l'incendio, e ha detto che se ci dovessero essere altre proteste continuerebbe a parteciparvi.

Per entrambi i consiglieri della contea di Galway si è aperta un'indagine disciplinare, della quale però i diretti interessati dicono di non essere stati avvisati. La dirigenza del Fianna Fáil sarebbe "furiosa" nei loro confronti, stando a fonti locali. Da parte sua, il premier Varadkar ha dichiarato che il governo si sforzerà per comunicare in maniera più trasparente con l'opinione pubblica su questo tema delicato, dicendosi preoccupato per il livello di disinformazione sull'argomento.

La realtà, a prescindere dalla comunicazione del governo, è che la situazione in Irlanda si sta facendo sempre meno sostenibile. L'aumento del numero di rifugiati negli ultimi anni (81.526 solo nel 2022, complice la guerra in Ucraina) ha coinciso con una grave crisi abitativa nel Paese, con i prezzi per gli alloggi schizzati alle stelle e sui quali si è abbattuta anche la crisi energetica.

Tutto questo ha innescato una spirale che ha aumentato l'ostilità nei confronti dei richiedenti asilo. Negli scorsi mesi si sono verificati alcuni attacchi incendiari ai danni dei centri di accoglienza, e in diverse proteste i cartelli recitavano slogan come "l'Irlanda è piena". Il mese scorso, come dicevamo, una rivolta è scoppiata nel centro di Dublino dopo che un cittadino di origini algerine ha aggredito all'arma bianca tre bambini e una badante.

All’inizio di dicembre, il governo ha detto di aver esaurito gli alloggi che aveva messo a disposizione per i richiedenti asilo, offrendo tende, sacchi a pelo e denaro extra a circa 200 rifugiati che hanno dovuto preoccuparsi di trovare un alloggio autonomamente.

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