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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Le donne hanno meno competenze digitali degli uomini, soprattutto in Italia

Il forte divario, presente in tutta l'Ue, rispetto al numero di maschi impiegati nel settore ICT diventa ancora più ampio nel Belpaese, dove meno del 15% della manodopera digitale è femminile. Allarme in tutta Europa sulla mancanza di laureate in informatica

Con la complicità della crisi pandemica che ha reso per mesi impossibile ad ampi settori di lavorare ‘in presenza’, l’economia digitale ha aumentato il ritmo di crescita a vantaggio delle imprese e dei lavoratori che hanno scommesso da anni sulle competenze informatiche. Ciononostante, la quota di donne impiegate nel settore dell’economia digitale sta diminuendo. A certificarlo è il rapporto 2020 della Commissione europea sulle competenze digitali delle donne, dal quale emerge un quadro ancora più preoccupante sulla forza lavoro femminile in Italia, tra le più in ritardo quando si tratta dell'uso di ICT (acronimo inglese che indica le tecnologie dell'informazione e della comunicazione). 

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Donne in ritardo sulle competenze ICT

Le donne che occupano incarichi come specializzate in ICT nell’Unione europea rappresentano solo il 17,7% dell’intero settore digitale. Ma il predominio maschile anche in questo ambito professionale è ancora più marcato nel Belpaese, dove solo il 14,8% della forza lavoro digitale viene affidata alle donne. Il gap di genere - presente in tutto il continente, ma con forti differenze da Paese a Paese - riflette una generale possibilità di accesso alle tecnologie che premia gli uomini ed danneggia le donne. Mentre il tasso maschile di cittadini Ue che non hanno mai usato internet è crollato dal 40% del 2009 a circa il 15% di 10 anni dopo, quello femminile è ancora fermo intorno al 19%, un ritardo di circa 2 anni rispetto ai maschi. 

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In Italia meno donne 'digitali' che nel resto d'Europa

“Le donne in tutta Europa hanno meno probabilità di avere competenze digitali specialistiche e di lavorare in questo campo rispetto agli uomini”, è la dura sintesi dell’esecutivo europeo. Tuttavia, “il divario si è ridotto dal 7% al 2% negli ultimi dieci anni quando si misura l'uso di Internet, poiché la maggior parte degli uomini e delle donne (rispettivamente 86% e 84%) ormai naviga online almeno una volta alla settimana”. In Finlandia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi si registrano i tassi di partecipazione digitale delle donne più alti del continente. Al contrario, “le donne in Bulgaria, Romania, Grecia e Italia hanno meno probabilità di partecipare” al mondo digitale in termini di occupazione, ma risultano indietro anche sull’uso di Internet o sulle competenze informatiche.

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Poco interesse per l'informatica

“Una maggiore partecipazione delle donne al settore tecnologico - si rammarica la Commissione - stimolerebbe l'economia e consentirebbe la loro piena partecipazione alla società”. Ma dai dati presentati emerge che le donne sono meno interessate al settore digitale, che si tratti di istruzione superiore, lavoro o attività imprenditoriale. Secondo la Commissione, solo 24 laureate su 1000 hanno studiato una materia correlata alle ICT e di queste solo sei continuano a lavorare nel settore digitale. “I risultati dello studio mostrano una diminuzione di questo numero rispetto al 2011”, si allarmano i funzionari Ue. Dallo studio emerge infine che se più donne entrassero nel mercato del lavoro digitale, si potrebbe creare un aumento annuo del Pil europeo di 16 miliardi di euro.

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