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Sabato, 27 Aprile 2024
Il personaggio / Portogallo

Condannato l'hacker che aveva svelato i segreti dei calciatori

Con le sue rivelazioni aveva dato vita ai Football Leaks, scuotendo società, calciatori e agenti. Il tribunale di Lisbona ha comminato quattro anni, ma non andrà in prigione

Condannato a quattro anni, ma non andrà dietro le sbarre. Questa la sentenza nei confronti di Rui Pinto, l'attivista e hacker che aveva scatenato lo scandalo "Football Leaks ", pubblicando sull'omonimo sito web informazioni riservate sul trasferimento di calciatori e comportamenti finanziari illeciti da parte di alcune delle più prestigiose società di calcio. Lunedì 11 settembre un tribunale portoghese ha condannato Pinto con sospensione della pena dopo averlo giudicato colpevole per ingresso non autorizzato in sistemi informatici in cinque diversi Paesi, un caso di tentata estorsione e tre casi di intercettazione di corrispondenza per l'accesso alla posta elettronica, secondo quanto riportano i media portoghesi.

La condanna è arrivata per aver violato i computer appartenenti al fondo di investimento sportivo Doyen, all'ufficio del procuratore generale portoghese e ad uno studio legale con sede a Lisbona. Nel 2015 Pinto (classe 1988) aveva creato il sito web Football Leaks, tramite il quale divulgava regolarmente informazioni riguardo le commissioni di trasferimento e i contratti firmati dai giocatori di calcio, anche di fama mondiale. Grazie a lui finirono su internet presunti dettagli dei contratti di Neymar, che all'epoca giocava nel Barcellona, insieme a quelli del contratto di Gareth Bale, attaccante gallese all'epoca in forza al Real Madrid. Sul sito sono stati svelati anche i sistemi di elusione fiscale utilizzati dai giocatori più pagati, nonché i modelli di proprietà utilizzati dai club sempre per evitare le tasse. Le rivelazioni più importanti hanno riguardato la gestione irregolare di fondi da parte del Manchester City e del Paris Saint-Germain.

Secondo quanto riferisce la stampa portoghese il giudice Margarida Alves, che si è occupata del caso, ha dichiarato: "La corte ha deciso che Rui Pinto riceverà un'unica condanna a quattro anni... ma non è necessario scontare la pena in prigione". Ha proseguito la motivazione della decisione dicendo: "La corte spera che il rammarico (dimostrato da Rui Pinto in tribunale, ndr) sia grave e che d'ora in poi si astenga dal compiere atti come qui descritti". L'hacker, che ha appreso da autodidatta l'uso dei sistemi informatici, finora ha dovuto affrontare fino a 90 diversi capi d'accusa, ma si è difeso sostenendo di agire come un "informatore", alla stregua di un Julian Assange, in grado di fornire importanti dettagli sul mondo del pallone da diffondere al grande pubblico e utili anche a fini giudiziari.

Un ruolo che gli è stato riconosciuto dalla corte portoghese, che lo ha perciò condannato solo per i crimini di estorsione contro il fondo Doyen. Sono stati stralciati in totale 77 dei capi d'imputazione, in particolare quelli relativi all'accesso improprio e alla violazione della corrispondenza. Secondo l'Associated Press gli avvocati di Pinto hanno contribuito a mitigare le accuse informando la corte che le sue attività da informatore, alla fine, hanno aiutato le autorità europee in molte indagini. In effetti l'uomo ha collaborato con le autorità di Belgio, Francia, Svizzera e Malta. Pinto deve però affrontare un secondo processo, in cui è accusato dalla procura portoghese in relazione a 377 reati legati all'hacking. Fuori dal tribunale e in attesa della sentenza si erano riuniti alcuni sostenitori del giovane, reputato da una parte dell'opinione pubblica alla stregua di un eroe, coraggioso e in grado di scoperchiare un sistema di potere così influente come quello del calcio.

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