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Sabato, 27 Aprile 2024
Sicurezza e salute

Le scuole italiane piene di umidità e muffe, ma la legge sulle case green potrebbe salvarle

Migliorando l'efficienza energetica degli istituti scolastici sulla base della nuova direttiva europea, l'Italia otterrebbe guadagni diretti e indiretti pari a 3 miliardi di euro entro il 2060

Edifici scolastici pieni di umidità e muffe, spesso obsoleti e con aule che raggiungono ormai temperature estreme. L'edilizia scolastica italiana viene descritta così ormai da anni, rappresentando una minaccia non solo sul piano educativo ma anche in termini di salute sia degli studenti che del corpo docente. La nuova direttiva europea, cosiddetta sulle "Case green", sta per essere definita negli ultimi dettagli a Bruxelles e potrebbe fornire alcune importanti risposte e risorse all'Italia per migliorare l'efficienza energetica delle scuole. Molto dipenderà dal piano che il governo italiano deciderà di proporre in vista del prossimo e decisivo incontro fissato agli inizi di dicembre.

Ristrutturazioni urgenti

I primi a lamentarsi sono i presidi, costretti a gestire edifici vetusti, spesso pericolosi. Un'indagine pubblicata dal Censis nel suo "Rapporto sulla situazione sociale 2022" rivela che il 95% dei 1.400 dirigenti scolastici intervistati ritiene necessarie opere strutturali per il risparmio energetico nelle loro istituzioni. "La coibentazione degli edifici scolastici è un problema costante e quotidiano, che comporta infiltrazioni d'acqua, bollette salate, scarso riscaldamento e continue perdite di calore", ha lamentato Leonardo Castellana, preside dell'Istituto Alberghiero 'Armando Perotti' di Bari, ricordando che le finestre sono spesso ancora quelle degli anni '70. 

Edifici vecchi e inadeguati

Le carenze principali riguardano l'isolamento, l'energia e la sostenibilità ambientale. L'età media delle scuole è di 53 anni, con il 42% degli edifici che è stato costruito prima del 1976. Ancora peggiore la situazione per quei casi, uno su quattro, in cui gli edifici non sono stati costruiti per ospitare una scuola. Il "riadattamento" successivo è avvenuto soprattutto in regioni come Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Umbria.

Altri dati emergono dal "XXII Rapporto nazionale sulla qualità degli edifici e dei servizi scolastici" di Legambiente, che nota come su 40mila edifici scolastici in Italia, solo poco più della metà ha adottato misure per ridurre i consumi energetici. La stragrande maggioranza (il 75%) è classificato tra le categorie energetiche più basse, la E e la G. Nonostante gli investimenti previsti dal Pnrr, l'inversione di questa tendenza sembra ancora lontana.

In attesa di un piano nazionale

Un contributo importante potrebbe arrivare dall'Unione europea, dove sta arrivando a conclusione il processo di approvazione della cosiddetta direttiva europea "case green". L'ultimo trilogo sull'Energy Performance of Building Directive (Epbd) è avvenuto il 12 ottobre scorso. In quella occasione Commissione europea, Parlamento e Consiglio dell'Ue, hanno trovato un principio di accordo proprio sulla riqualificazione energetica degli edifici pubblici. Gli standard energetici minimi obbligatori per tutti gli edifici sono stati abbassati o comunque rivisti, ma la normativa rimarrà focalizzata sulla ristrutturazione prioritaria degli edifici in condizioni energeticamente più critiche. 

L'ultimo round di negoziati è fissato per il 7 dicembre, quando i Paesi membri definiranno il livello di risparmio energetico totale da raggiungere entro il 2030 e il 2035. Per quella data ciascuno Stato membro dovrà sviluppare un piano nazionale per migliorare l'efficienza energetica di case, scuole e ospedali. Si calcola che nello Stivale oltre il 40% del patrimonio edilizio, comprese le scuole, necessiti di miglioramenti significativi. "La Direttiva Epbd pone finalmente l'attenzione sulla necessità impellente di ammodernare gli edifici italiani, rendendoli più resilienti ed efficienti", ha affermato l'europarlamentare dei Verdi Rosa D'Amato. "È essenziale per i nostri figli: lo dico da insegnante, ho vissuto sulla mia pelle l'importanza di un ambiente scolastico di qualità. Le generazioni future meritano di frequentare scuole e abitazioni che non compromettano la loro salute", ha proseguito l'eurodeputata. 

Impatto sulla salute dei bambini e degli adolescenti

A proposito delle conseguenze sulle condizioni di salute degli studenti, un'indagine condotta tra docenti e dirigenti di scuole di ogni ordine e grado dalla rete Scuola di Cittadinanzattiva, il 42% degli edifici scolastici presenta tracce di umidità, il 33% soffre di infiltrazioni d'acqua. Inoltre il 22% degli intervistati ritiene scarsa la qualità dell'aria nelle aule, a causa di muffe e sistemi di riscaldamento inadeguati. Con i cambiamenti climatici, le temperature sono diventate eccessive sia in un senso che nell'altro, moltiplicando le minacce per la salute e la sicurezza di chi frequenta questi edifici. Secondo RAND Europe, i bambini italiani perdono circa 153.538 giorni di scuola all'anno a causa dell'esposizione a umidità e muffe.

Cosa ci guadagniamo con l'isolamento termico

Circa 7,3 milioni di studenti italiani godrebbero di interventi mirati sull'isolamento degli edifici e la modernizzazione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento, nonché del miglioramento della ventilazione. Anche i benefici economici sarebbero significativi. Nel ridurre l'esposizione a umidità e muffe, l'Italia potrebbe generare guadagni diretti e indiretti superiori a 3 miliardi di euro entro il 2060. Calcolando tutti i Paesi dell'Unione Europea, si arriverebbe a 40 miliardi. Guardando al risparmio sui costi sanitari, grazie alla diminuzione delle visite mediche e dei ricoveri ospedalieri per patologie respiratorie, in appena un anno e mezzo l'Ue recupererebbe gli investimenti nelle ristrutturazioni degli edifici più inefficienti ed energivori.

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