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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Stop alla disoccupazione pagata per edili e colf, non sono a rischio coronavirus"

Bufera in Belgio per le parole del presidente delle Fiandre, la regione più ricca del Paese: "La donna delle pulizie che rischi corre? Puo' lavorare al primo piano mentre la famiglia sta al secondo". I sindacati: "Non ha idea di quello di cui parla". L'assegno ammonta a 1.500 euro netti

Troppe persone che lavorano nel settore dell'assistenza domiciliare e in quello delle costruzioni hanno scelto di interrompere le loro attività pur non essendocene bisogno. Perché, per esempio, "una donna delle pulizie puo' lavorare al piano superiore, mentre la famiglia è al piano di sotto", rispettando cosi' la distanza sociale imposta dalle misure anti-coronavirus. E' l'opinione del presidente delle Fiandre, Jan Jambon, la regione più ricca del Belgio, che ha criticato la decisione del governo centrale di facilitare l'accesso all'assegno di disoccupazione temporanea per tutti i lavoratori colpiti dalla stretta contro il Covid-19. Che ammonta tra i 1.000 e i 1.500 euro netti al mese. 

Secondo Jambon, esponente del partito N-VA, alleato in Europa di Fratelli d'Italia, le facilitazioni del governo per accedere alla disoccupazione avrebbero favorito i fannulloni. In particolare colf ed edili, che a suo giudizio non avrebbero ragione di interrompere l'attività. “Se può essere fatto in condizioni di sicurezza, dobbiamo riportare più persone possibile al lavoro - ha spiegato Jambon - Penso che sia troppo facile ottenere la disoccupazione. È anche un buon atto civico continuare a servire la società. Chiedo pertanto al settore privato di assumersi la sua responsabilità". 

In Belgio, chi lavora nell'assistenza domiciliare passa attraverso il sistema dei "titre-services": delle società private vendono dei voucher alle famiglie che a loro volta pagano con questi assegni colf, badanti e baby sitter. Tra lavoratore e società viene stipulato un contratto, che consente di avere pagati congedi, malattia e per l'appunto disoccupazione. Con lo scoppio dell'epidemia del coronavirus, che nel Paese ha fatto finora 431 morti e oltre 10mila contagiati, il governo ha chiesto alle persone di lavorare da casa, oltre ad aver chiuso quasi tutti i negozi. Inoltre, ha invitato le persone a non recarsi presso le abitazioni altrui, nei limiti del possibile. 

In queste condizioni, dunque, è difficile pensare che una collaboratrice domestica possa lavorare. “Il distanziamento sociale è semplicemente impossibile da applicare in questo settore - dice in una nota Federgon, uno dei sindacati di categoria - Il governo chiede ai cittadini di rimanere a casa. Per contro, si chiede alle casalinghe di recarsi al domicilio dei clienti. Questi clienti, che sono persone anziane o interi nuclei famigliari, sono messi in quarantena a casa loro. Cercate l’errore". 

Federgon spiega che le misure anti-Covid sono un peso anche le aziende, che hanno già chiuso i battenti nel 95% dei casi. E per questo chiedono al governo centrale di fare un passo in più, inserendo il settore dei servizi domiciliari tra quelli coperti dalle misure straordinarie contro il coronavirus: "Bisogna proteggere correttamente le 140mila colf e badanti a domicilio”, dice sempre Federgon. L'assegno di disoccupazione temporanea, infatti, è pari al 70% dello stipendio mensile. Beneficiando delle misure straordinare, l'assegno sarebbe del 100%. Siamo sicuri che Jambon non è dello stesso parere. 

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