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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

Macron e Draghi sfidano Scholz: "Il Patto di stabilità va riformato"

A Roma, il nuovo cancelliere tedesco aveva frenato sulla revisione delle regole fiscali Ue. Il duo franco-italiano rilancia la richiesta sul Financial Times

La visita del nuovo cancelliere tedesco Olaf Scholz a Roma aveva fatto sperare in un nuovo corso della Germania sulle regole fiscali europee, accusate di promuovere l'austerity frenando la crescita dei Paesi del Sud. Ma per il momento, per Berlino il Patto di stabilità non si tocca: "Le norme che abbiamo hanno già la loro flessibilità, sulla loro base possiamo lavorare anche in futuro", ha detto il leader socialista. Che è poi quello che a Bruxelles i sostenitori del rigore dei conti ripetono da 20 anni. Va letto anche in questo contesto la presa di posizione, per certi versi inedita, dei leader di Francia e Italia sulle colonne del Financial Times: "Il Patto ha fallito", è il succo di quanto hanno scritto il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi in un editoriale congiunto sul prestigioso quotidiano. Che sa molto di risposta a Scholz e ai falchi del suo governo, a partire del nuovo ministro delle Finanze, il liberaldemocratico (e liberista) Christian Lindner.

"Limitato le azioni dei governi"

"Già prima della pandemia, le regole di bilancio dell’Ue andavano riformate - ricordano Macron e Draghi - Sono troppo opache ed eccessivamente complesse. Hanno limitato il campo d’azione dei Governi durante le crisi e sovraccaricato di responsabilità la politica monetaria". I due leader insistono sulla necessità di "una strategia di crescita dell'Ue per il prossimo decennio e e dobbiamo essere pronti ad attuarla attraverso investimenti comuni, regole più adatte e un miglior coordinamento, non solo durante le crisi".

"Le nuove proposte meriteranno una discussione approfondita, non offuscata da ideologie, con l'obiettivo di servire al meglio gli interessi dell’Ue nel suo insieme", scrivono ancora Draghi e Macron, ricordando che "l’Ue è stata spesso accusata di fare troppo poco e agire troppo tardi nell’affrontare le crisi". In realtà, sottolineano "la risposta collettiva alla recessione causata dal Covid-19 non è stata né troppo poco, né è arrivata troppo tardi: piuttosto, ha dimostrato l’importanza di agire in modo tempestivo e coraggioso. E ha confermato i vantaggi di un coordinamento nelle politiche tra Paesi e istituzioni".

"Già realizzate riforme ambiziose" 

Il premier italiano e il presidente francese ritengono che la ripresa sia "ben avviata: l'economia dell’Ue non è ancora sulla traiettoria che aveva prima della pandemia, ma è sulla buona strada per tornare ai livelli pre-crisi nei prossimi mesi". "In Italia e in Francia, abbiamo già realizzato riforme ambiziose per proteggere i cittadini e aiutarli a realizzare il loro potenziale, e abbiamo già ottenuto risultati tangibili", hanno sottolineato i due leader, come a dire che i 'compiti a casa' per contenere i rischi dei conti sono stati fatti. E che proprio per questo adesso, scrivono, occorre "andare oltre". Come? "Dobbiamo accelerare il programma di riforme e completare questa trasformazione con investimenti su larga scala nella ricerca, nelle infrastrutture, nella digitalizzazione e nella difesa".

"La capacità di utilizzare la politica di bilancio per proteggere i nostri cittadini e trasformare le nostre economie è stata ed è tuttora un elemento centrale di questa strategia. Insieme agli altri Stati membri dell’Ue, una volta che avremo definito un insieme di principi e di obiettivi macroeconomici comuni, dovremo poi discutere di quale sia il modo migliore per tradurli in politiche di bilancio adeguate", sottolineano ancora, sostenendo come le regole finora vigenti "non hanno creato gli incentivi giusti per dare priorità a una spesa pubblica che guardi al futuro e rafforzi la nostra sovranità, ad esempio gli investimenti pubblici"

 "Avremo bisogno di politiche di bilancio credibili, trasparenti e in grado di contribuire alla nostra ambizione collettiva di avere un'Europa più forte, più sostenibile e più giusta. Non c'è dubbio che dobbiamo ridurre i nostri livelli di indebitamento - ammettono il premier ed il presidente - Ma non possiamo aspettarci di farlo attraverso tasse più alte o tagli alla spesa sociale insostenibili, né possiamo soffocare la crescita attraverso aggiustamenti di bilancio impraticabili".

La lezione della pandemia

"Piuttosto, la nostra strategia è quella di mantenere sotto controllo la spesa pubblica ricorrente attraverso riforme strutturali ragionevoli. Così come non abbiamo permesso che le regole ostacolassero la nostra risposta alla pandemia, allo stesso modo non dovranno impedirci di intraprendere tutti gli investimenti necessari", sostengono Draghi e Macron, secondo i quali "il debito per finanziare tali investimenti, che certamente gioveranno alle generazioni future e alla crescita di lungo termine, dovrà essere favorito dalle regole di bilancio, dato che questo tipo di spesa pubblica contribuisce alla sostenibilità di lungo termine del debito".

Come ricordano nella lettera, da gennaio a giugno prossimi la Francia guiderà i lavori del Consiglio Ue, ossia dell'organo dove i 27 governi nazionali approvano in via definitiva le regole comuni. Pensare che una riforma del Patto, sospeso a tempo indeterminato con lo scoppio della pandemia, possa arrivare in tempi brevi è forse troppo. La Commissione europea ha lanciato una consultazione, e i negoziati sono in corso da tempo. Macron proverà, di concerto con l'Italia, a sviluppare "una strategia condivisa e completa per il futuro dell’Unione" nei sei mesi a disposizione, nella speranza che possa accelerare un accordo tra Paesi del Sud e frugali prima del ritorno in vigore del Patto. "L’Ue deve ravvivare lo spirito che ha guidato le sue azioni all'inizio della pandemia nel 2020. Una nuova strategia di crescita e, poi, una politica di bilancio rafforzata che vada nella direzione qui indicata possono contribuire in modo decisivo perché l’Ue abbia gli strumenti per realizzare le sue ambizioni", concludono i due leader.

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