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Venerdì, 26 Aprile 2024
Patto di stabilità

Gentiloni frena i frugali: “Ridurre il debito pubblico non sia ostacolo alla crescita”

La Commissione Ue avvia le consultazione per la revisione del Patto di stabilità. E pensa a una golden rule sugli investimenti verdi

Ai Paesi che escono dalla crisi del Covid-19 non si può chiedere di ridurre il debito pubblico allo stesso ritmo preteso dall’Europa prima della pandemia. E se si vuole davvero scommettere sulle transizioni verde e digitale, occorre ampliare i margini di investimento statale consentiti ai governi. Con queste motivazioni il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha annunciato ieri pomeriggio la riapertura della revisione delle regole fiscali europee. La riforma del Patto di stabilità e crescita era stata avviata prima che la pandemia si imponesse come tema numero uno nell’agenda Ue. Di qui lo slittamento di quasi due anni di un dossier ritenuto fondamentale dalla Commissione.

Quello avviato ieri non è altro che un dibattito pubblico che servirà a costruire un consenso sul futuro del quadro di governance economica. La fase di brainstorming Ue si concluderà alla fine del 2021, mentre nel primo trimestre del prossimo anno Bruxelles “fornirà orientamenti in materia di politica di bilancio per il prossimo periodo”, si legge in una nota, “allo scopo di facilitare il coordinamento delle politiche di bilancio e la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri”. Il riferimento, neanche troppo velato, è al famigerato ritorno del Patto di stabilità e delle altre regole che impediscono ai governi, tra le altre cose, di mantenere un deficit superiore al 3 per cento. Tra le speranze di alcuni Paesi membri (Italia in testa) c’è senza dubbio quella che Bruxelles permetta, tramite le linee guida che pubblicherà a inizio 2022, di continuare a superare questo tetto finché la ripresa post-pandemica non sarà terminata. Ma i frugali, dall'Olanda all'Austria, hanno già annunciato battaglia contro ogni ipotesi di ammorbidimento del rigore fiscale. 

“I cambiamenti necessari al Patto di stabilità - ha detto Gentiloni in un breve incontro con i giornalisti italiani - devono garantire due cose: la prima è che la riduzione del debito pubblico non può diventare un ostacolo alla crescita economica”. Il secondo obiettivo riguarda “l’enorme quantità di investimenti per la transizione climatica, oltre 500 miliardi aggiuntivi all’anno se si considerano anche quelli privati”, e affinché tale flusso di denaro si materializzi “abbiamo bisogno che nella finanza pubblica questi investimenti abbiano una corsia preferenziale”. Di qui la speranza dell’ex premier che venga introdotta una golden rule sugli investimenti verdi. Una proposta sulla quale il commissario italiano dovrà negoziare con i Governi del Nord Europa più preoccupati dal tema della stabilità economica.

Prima di passare alla discussione dei temi specifici, la Commissione dovrà comunque attendere gli esiti della consultazione pubblica. Per stimolare il dibattito, Bruxelles ha rivolto undici domande. La prima racchiude il senso generale del confronto: “In che modo è possibile migliorare il quadro per garantire finanze pubbliche sostenibili in tutti gli Stati membri e contribuire a eliminare gli squilibri macroeconomici esistenti ed evitare che ne sorgano di nuovi?”. 

Quello che la Commissione spera di mettere in moto, come si apprende dal documento Ue, è una nuova edizione del metodo Recovery. "Tenendo conto degli insegnamenti tratti” dal programma Next Generation Eu, "la revisione della governance economica dovrebbe considerare come garantire al meglio la titolarità nazionale, la fiducia reciproca, l'effettiva realizzazione del quadro sui suoi obiettivi chiave e l'interazione tra le dimensioni economica e di bilancio”. Insomma, un cambio di passo rispetto alla litigiosità che ha caratterizzato il rapporto tra la Commissione europea e alcuni Paesi Ue, tra i quali l’Italia, sui quali grava il fardello di un alto debito pubblico.

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