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Domenica, 28 Aprile 2024
Il Piano

"Con l'Europa che invecchia servono più immigrati per restare competitivi"

Presentato il piano demografico dell'Ue, basato su 4 pilastri. Manca la manodopera per far funzionare le industrie del continente e ci sono troppi 'cervelli in fuga'

Un'Europa della "longevità" che necessita di più immigrati regolari per riuscire a restare competitiva nella dimensione economica globale. Questo il messaggio principale emerso dal piano demografico dell'Unione europea, presentato l'11 ottobre a Bruxelles da Dubravka Šuica, vice presidente della Commissione Ue con delega alla Democrazia e alla Demografia. Il piano, che sarà approvato dal collegio dei Commissari, si basa su 4 priorità: famiglia, giovani, anziani e migranti. "L'Europa necessità di una forza lavoro adeguata per essere competitiva", ha spiegato Šuica nel corso della conferenza stampa al Berlaymont, precisando che bisogna investire anche sull'immigrazione legale per tenere in piedi il settore industriale europeo. Nell'ultimo anno, ha ricordato la politica croata già sindaca di Dubrovnik, l'immigrazione legale ha contato tre milioni di ingressi, contro le 300mila persone entrate invece illegalmente nel blocco europeo dei 27. Il piano, ha precisato la commissaria, non è vincolante per gli Stati membri, ma offre un pacchetto di strumenti, da cui ciascun Paese può attingere in base alle proprie esigenze e caratteristiche.

Problemi comuni

La commissaria ha ricordato come nell'Ue i Paesi fronteggino in alcuni casi problemi diversi: in Olanda ad esempio c'è un eccesso di densità demografica, che pone problemi di crisi abitativa in un territorio così ristretto, mentre la Spagna deve fare i conti col declino della popolazione e la Croazia con la fuga dei cervelli, coi giovani attratti dai salari più alti offerti dagli altri Paesi Ue. "L'Italia sta affrontando al contempo un declino dei tassi di natalità e una popolazione che invecchia", ha ricordato Šuica durante la conferenza stampa. Alcuni problemi comuni si riscontrano invece in vari Stati: crollo dei tassi di natalità, genitori che non riescono a conciliare nel migliore dei modi vita lavorativa e familiare, giovani che hanno difficoltà di accesso al mondo del lavoro, industrie che faticano a trovare manodopera, soprattutto quella specializzata, per mandare avanti le aziende.

L'economia della terza età

L'esecutivo europeo è stato sollecitato a creare questo pacchetto di strumenti dal consiglio per la Competitività, al fine di evitare che le caratteristiche demografiche dell'Ue si trasformino in "ostacoli al vantaggio competitivo dell'Ue". Secondo la commissaria bisogna cambiare prospettiva anche nella narrazione, perché vivere più a lungo pone sfide, ma offre anche opportunità diverse come la cosiddetta Silver Economy, l'economia della terza età legata a consumi, servizi ed esigenze specifiche. "Bisogna cambiare la narrativa, da quella di 'Europa continente che invecchia' a 'Europa della longevità', che offre opportunità diverse, come l'acquisizione costante di competenze e il trasferimento delle stesse alle nuove generazioni", ha evidenziato Šuica.

Evoluzione demografica da gestire

Lo strumentario si fonda su quattro assi portanti. In primo luogo il sostegno ai genitori, in particolare creando strutture di qualità per l'infanzia e agevolando una migliore conciliazione fra aspirazioni familiari e lavoro retribuito. Il secondo pilastro è centrato sui giovani, che vanno messi in condizione "di prosperare e sviluppare le competenze", in modo tale da agevolare l'accesso al mercato del lavoro garantendo inoltre "un alloggio a prezzo abbordabile". In terzo luogo, ci sono gli strumenti dedicati a rendere più autonome le generazioni più anziane, "mantenendone il benessere tramite riforme cui si associno politiche adeguate sul mercato del lavoro e il luogo di lavoro", si legge nel documento. Infine il pilastro più discusso, quello che individua come risposta alla carenza di manodopera "la migrazione regolare controllata". Questo processo, si legge nel testo, deve avvenire "in totale complementarità con la valorizzazione dei talenti interni all'Ue".

Ambiente ostile

Sollecitata sul tema di come favorire la migrazione in un ambiente europeo in tanti casi "ostile" ai migranti, la commissaria ha detto: "È vero che senza immigrazione non potremmo soddisfare il bisogno di forza lavoro in Europa e per questo la migrazione è un asse portante dello strumentario, ma non l'unico. Parliamo di immigrazione legale, diversa da quella clandestina". Šuica ha specificato infine che ogni Stato Membro avrà la possibilità di scegliere gli strumenti che più gli interessa sviluppare, in base alle proprie necessità peculiari.

Finanziamenti da sfruttare

Bruxelles ha esortato gli Stati membri ad elaborare e attuare politiche integrate per contrastare i problemi posti dall'evoluzione demografica, integrando la questione demografica in tutte le politiche, tenendo contro delle realtà locali. Un ruolo importante lo giocano le tecnologie digitali, in grado di "neutralizzare gli effetti dell'evoluzione demografica" se utilizzate in un'ottica di miglioramento della concorrenza. L'esecutivo europeo fa notare agli Stati membri che già esistono sistemi di finanziamento volti a sostenerli, ad esempio il dispositivo per la ripresa e la resilienza e il Fondo sociale europeo Plus (FSE+). Per potenziare gli strumenti disponibili Bruxelles ha promesso di rafforzare la base di dati e conoscenze, sviluppando ulteriormente l'Atlante della demografia. Intende inoltre aiutare i Paesi a migliorare le statistiche sulla popolazione e sugli alloggi, sostenendo le attività analitiche e la ricerca nel settore. Verrà poi avviata ufficialmente la piattaforma 'Utilizzo dei talenti', prevista per il 23-24 novembre 2023, supportata dal lancio di ulteriori inviti nell'ambito del meccanismo di incentivazione dei talenti.

Divari socioeconomici

In base all'indagine Eurobarometro sulla demografia, sette europei su dieci ritengono che le tendenze demografiche attuali mettano a rischio la prosperità economica e la competitività a lungo termine dell'Unione. L'invecchiamento della popolazione è quella che preoccupa maggiormente (42% degli intervistati), seguita dalla contrazione della popolazione in età lavorativa associata alla carenza di manodopera (40%). La diminuzione e l'invecchiamento della popolazione sta già generando effetti negativi su economia, società e competitività. Se queste tendenze venissero confermate, la carenza di manodopera si aggraverebbe e aumenterebbe la pressione sui bilanci pubblici, con effetti profondi su investimenti e produttività. L'evoluzione demografica incide anche sulla coesione sociale, dei territori e sul necessario scambio intergenerazionale delle società europee. Senza degli aggiustamenti i divari socioeconomici già esistenti potrebbero aggravarsi e provocare ancora più danni.

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