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Domenica, 28 Aprile 2024
Il patto / Egitto

Meloni in Egitto 'dimentica' Regeni: 7,4 miliardi al Cairo per tenersi i migranti

Dopo la Tunisia, nuovo accordo Ue con un Paese africano per fermare le partenze. Ma dietro l'intesa c'è molto di più, dall'energia al commercio

Migranti, ma anche energia, commercio e sicurezza. Sono alcune delle priorità dell'accordo siglato tra l'Unione europea e l'Egitto: un'intesa che vale 7,4 miliardi di euro tra sussidi diretti e prestiti per il Cairo, e nella quale ha avuto un ruolo di primo piano l'Italia. Non a caso, alla firma del patto erano presenti, insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, anche la premier Giorgia Meloni e i leader di Belgio e Grecia. Oltre, chiaramente, al padrone di casa, Abdel Fattah Al Sisi.

Soldi per tenersi i migranti

Per il nostro Paese, è centrale innanzitutto il tema migranti. Stando ai dati forniti da Bruxelles, dei 600 milioni di finanziamenti Ue a fondo perduto che andranno all'Egitto, un terzo (200 milioni) serviranno alla gestione della migrazione. Il Paese nordafricano rappresenta un nodo centrale nelle rotte dei migranti verso l'Europa. Attualmente, l'Egitto ospita circa 480mila richiedenti asilo e rifugiati, secondo i dati delle Nazioni Unite. Un numero destinato a crescere, dato che qui arriva chi scappa dal Sudan e da Gaza. A questo bacino di potenziali migranti vanno aggiunte le migliaia di egiziani che ogni anno fuggono verso le coste europee attraverso la Libia: nel 2023, sono stati oltre 26mila, quasi il doppio rispetto all'anno precedente.

La situazione dei diritti umani

A favorire le partenze è anche la situazione critica della democrazia in Egitto, dove il presidente al-Sisi governa incontrastato dal 2013 in seguito a un golpe militare. Secondo Human rights watch, ong che si batte per i diritti umani nel mondo, in questi anni il Paese è stato governato con il "pugno di ferro": i governi di Al Sisi, si legge in una nota, sono responsabili "del massacro di manifestanti e dell'incarcerazione e tortura di migliaia di presunti critici e oppositori", mentre "media indipendenti e società civile sono stati soffocati e la magistratura è un braccio obbediente della repressione governativa". Inoltre Hrw ha "documentato arresti arbitrari e maltrattamenti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati da parte delle autorità egiziane, nonché deportazioni in Eritrea che costituiscono respingimenti" illegali ai sensi del diritto internazionale. "Ora questa abissale repressione viene ricompensata con un nuovo sostegno da parte dell'Ue", conclude l'ong. Anche dal Parlamento europeo si sono levate diverse voci critiche nei confronti dell'accordo tra Bruxelles e il Cairo: l'eurodeputato dei Verdi Mounir Satour ha definito il finanziamento all'Egitto come "problematico e ingiustificato" data la "catastrofica situazione della democrazia e dei diritti umani".

Regeni

La Commissione europea ha risposto a queste polemiche sostenendo che l'Egitto è considerato dall'Ue "un partner affidabile" e che l'acccordo prevede l'impegno di entrambe le parti "a portare avanti i propri impegni volti a promuovere ulteriormente la democrazia, le libertà fondamentali, i diritti umani, l'uguaglianza di genere e le pari opportunità". Ma le critiche riguardano anche i rapporti tra l'Italia e l'Egitto, in particolare il caso di Giulio Regeni, lo studente ucciso in circostanze mai chiarite del tutto mentre si trovava al Cairo. "Meloni ricordi ad al-Sisi che gli italiani esigono verità e giustizia sull'omicidio di Giulio Regeni", ha detto Nicola Fratoianni, deputato dell'Alleanza Verdi Sinistra.

A una domanda sul caso, a margine dell'accordo al Cairo, la premier Meloni ha risposto che "l'Italia pone tendenzialmente sempre la questione'' dell'omicidio di Regeni. "C'è un processo in corso in Italia. Siamo andati avanti a fare quel che dobbiamo fare e il lavoro che stiamo facendo non cambia la nostra posizione sulla materia", ha aggiunto.

Idrogeno e gas naturale

L'interesse dell'Europa e dell'Italia nei confronti dell'Egitto non si ferma solo alla questione migranti. La maggior parte dei fondi promessi al Cairo riguardano investimenti strategici nel settore dell'energia. La Commissione, nella sua nota, cita il progetto Gregy, un'interconnessione tra l'Egitto e la Grecia che dovrebbe portare nell'Ue l'idrogeno prodotto nel Paese nordafricano da centrali fotovoltaiche ed eoliche. Ma ci sono anche i ricchi giacimenti di gas dell'Egitto ancora tutti da sfruttare: qui la parola chiave è EastMed, progetto da sei miliardi di euro annunciato nel 2020 con un accordo firmato tra Cipro, Grecia e Israele per la costruzione di una conduttura di 1.900 chilometri capace di trasportare dai 9 ai 12 miliardi di metri cubi all'anno di idrocarburi. Il progetto interessa anche l'Italia, visto che gli idrocarburi trasportati in Grecia verrebbero poi pompati nel nostro Paese attraverso il Poseidon. L'interesse tricolore nel settore energetico egiziano non è una novità: stando a un dossier di Recommon, "l’Egitto è il Paese dove si trova il volume maggiore delle riserve di gas di Eni", che rappresentano "il 60% della produzione totale nazionale". 

Commercio

Altro punto importante è il commercio: "Il sostegno europeo - scrive Bruxelles - consentirà alla comunità imprenditoriale europea di beneficiare del potenziale di investimento disponibile in Egitto, compresi i privilegi forniti dal Canale di Suez, il più importante corridoio commerciale e marittimo che collega l'est e l’ovest del globo, e dalla zona economica del Canale di Suez che rafforzerebbe il ruolo dell'Egitto nelle catene di approvvigionamento dell'Ue e ha il potenziale per attirare le industrie dell'Ue in Egitto", conclude la nota.

Infine, ci sono i progetti bilaterali che l'accordo Ue-Egitto faciliterà. "Abbiamo firmato oltre 10 memorandum dall'agricoltura sostenibile al sostegno per le Pmi a progetti infrastrutturali e sanità", ha detto la premier Meloni a margine della firma dell'intesa con il Cairo.

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