rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Patto controverso / Argentina

Perché l'ultrà di destra Milei fa felici verdi, sinistra e allevatori (in Europa)

Il nuovo presidente argentino ha detto che si opporrà all'accordo commerciale Ue-Mercosur. Osteggiato da ambientalisti e produttori di carne europei

Javier Milei è il nuovo presidente dell'Argentina. La sua elezione è stata salutata con favore dall'ex capo della Casa bianca Donald Trump e dalla destra europea, comprese Lega e Fratelli d'Italia. Ma la vittoria del politico ultraliberista potrebbe far felici anche ecologisti e sinistra nell'Unione europea. Il motivo è il Mercosur, l'accordo di libero scambio tra Ue e quattro Paesi sudamericani: Brasile, Uruguay, Paraguay e, per l'appunto, Argentina.

Cos'è l'accordo Ue-Mercosur 

L'accordo è oggetto da anni di estenuanti trattative tra le due sponde dell'Atlantico, e creerebbe una delle zone di libero scambio più grandi del mondo. Negli ultimi medi, i negoziati si sono fatti più intensi, e la Commissione europea si è detta fiduciosa nel riuscire a portare a casa il patto entro la fine dell'anno. Ma Milei potrebbe fare saltare il tavolo: il nuovo leader di Buenos Aires, infatti, ha ripetuto durante la campagna elettorale che, qualora fosse stato eletto, avrebbe ritirato l'Argentina dal Mercosur, definendo l'accordo come "un'unione doganale di bassa qualità che porta alla deviazione degli scambi e danneggia ciascuno dei suoi membri". Musica per le orecchie degli ambientalisti e dei partiti verdi e di sinistra europei. Ma anche per gli allevatori Ue.

Auto in cambio di mucche: cosa prevede l'accordo Ue-Mercosur

Già, perché l'accordo commerciale è osteggiato in Europa da un fronte variegato che vede ecologisti e agricoltori, di solito su fronti opposti quando si tratta delle politiche ambientaliste, sedere dalla stessa parte. Per gli ecologisti, come per la sinistra, il patto di libero scambio, grazie all'abbattimento dei dazi, comporterebbe un amento dell'export dai Paesi del Mercosur di carne e soia, cosa che alimenterebbe la già forte deforestazione di questo pezzo di America latina, in particolare dell'Amazzonia. Anche gli allevatori europei sono preoccupati dall'invasione della carne sudamericana, in quanto temono di venire sopraffatti dai produttori argentini e brasiliani, i quali, tra l'altro, hanno molti meno vincoli ambientali rispetto a quelli fissati (o in corso di fissazione) in Europa.

Dall'altro lato della medaglia, diversi settori produttivi europei vedono il Mercosur come una grande opportunità. Tra questi, c'è senza dubbio il settore auto, che conta di aumentare le vendite in Sudamerica per compensare le difficoltà sul mercato di casa (non a caso l'accordo è stato ribattezzato "auto in cambio di mucche"), ma anche di avere un maggiore accesso a materie prime fondamenti per la transizione all'elettrico come il litio. Anche il nostro Paese spera di aumentare il suo export, trovando nuovi sbocchi per i pezzi da novanta del made in Italy, come l'agroalimentare, i macchinari o i prodotti chimici e farmaceutici. 

Chiudere l'accordo entro l'anno

La Commissione europea, per vincere le resistenze ambientaliste, ha chiesto ufficialmente ai Paesi del Mercosur di impegnarsi a rispettare le misure contenute nell'Accordo di Parigi sul clima, il che implicherebbe di dimezzare la deforestazione entro il 2025, e di invertire la perdita di foreste e l'uso improprio del territorio entro il 2030, con sanzioni commerciali nel caso non lo facessero. Ma l'iniziativa di Bruxelles non è stata apprezzata al di là dell'Atlantico. Nonostante questo, i negoziatori dei entrambe le sponde continuano a esprimere fiducia sul fatto che si possa giungere a un accordo entro la fine dell'anno.

La Commissione, per accelerare le procedure, ha anche pensato di dividere l'accordo in due parti: una commerciale (che richiede la maggioranza qualificata dei 27 Stati Ue), e una di politica generale (che richiede invece l'unanimità). In questo modo, Bruxelles spera di chiudere almeno il capitolo su libero scambio e dazi, spostando la definizione delle clausole più controverse (come quella sulla deforestazione) a un tavolo parallelo.

Tutti i segreti di Javier Milei

L'idea non è però piaciuta a sinistra e ecologisti: 305 parlamentari europei di centrosinistra e verdi, hanno scritto alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen per contestare questa potenziale scorciatoia: "L'Ue sta dando priorità ai propri interessi economici rispetto alla cooperazione e al partenariato con i Paesi del Mercosur", si legge nella lettera. Ma i timori di ambientalisti e sinistra potrebbero essere vani: in molti a Bruxelles temono che l'elezione di Millei manderà ancora una volta l'accordo in soffitta. 

Continua a leggere su Today 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perché l'ultrà di destra Milei fa felici verdi, sinistra e allevatori (in Europa)

Today è in caricamento