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Sabato, 27 Aprile 2024
Partenariato strategico / Ruanda

L'Ue vuole assicurarsi le materie prime critiche del Ruanda

Siglato un memorandum d'intesa con Kigali per la fornitura di diversi minerali centrali per gli sforzi di decarbonizzazione di Bruxelles

Da alcuni anni Bruxelles sta cercando di diversificare le proprie forniture delle cosiddette materie prime critiche, materiali essenziali alle transizioni verde e digitale come il litio, indispensabile alla costruzione di batterie elettriche. L'obiettivo del Vecchio continente è quello di affrancarsi dal dominio globale di Pechino nel settore, che non è comunque ancora in discussione. L'ultima mossa nella strategia Ue si è dunque materializzata con un memorandum d'intesa siglato oggi (lunedì 19 febbraio) con il Ruanda, nel quale si stabiliscono diverse aree di cooperazione tra i Ventisette e la nazione africana.

L'industria mineraria ricopre un ruolo chiave nell'economia ruandese, tra i principali estrattori mondiali di tantalio (che costituisce una componente essenziale in molte applicazioni biomediche e digitali) ed è l'unico Stato africano ad ospitare un impianto di fusione dello stagno. Vengono estratti nel Paese anche tungsteno, oro e niobio e sono stati avviati progetti di esplorazione per individuare giacimenti di terre rare (soprattutto litio), sempre più centrali nella transizione verso economie a basse emissioni di carbonio. 

Il memorandum si basa sull'integrazione delle catene del valore delle materie prime sostenibili, creando di fatto una nuova fonte di approvvigionamento per l'Europa mentre cerca di rendersi autonoma dall'egemonia cinese. Già da tempo Bruxelles sta cercando nuovi partenariati con Paesi produttori di questi materiali fondamentali, come nel caso del litio cileno. A livello africano, altri accordi sono stati stipulati lo scorso ottobre con la Repubblica Democratica del Congo e lo Zambia e nel novembre 2022 con la Namibia, che vanno ad aggiungersi a quelli conclusi con Argentina, Canada, Groenlandia, Kazakistan e Ucraina.

Nell'intesa si parla poi di cooperazione per la produzione sostenibile delle materie prime critiche e strategiche, ivi incluse due diligence delle imprese e cooperazione nel contrasto al traffico illegale di materie prime, nonché l'allineamento sugli standard internazionali in materia di ambiente, società e governance (Esg nell'acronimo inglese). L'accordo prevede inoltre finanziamenti per la realizzazione di infrastrutture specifiche lungo tutta la catena del valore delle materie prime (dall'esplorazione all'estrazione alla commercializzazione), e naturalmente la condivisione del know how tecnologico e dei risultati della ricerca e innovazione per tutte le fasi della produzione. 

La nuova partnership tra Bruxelles e Kigali si colloca nel quadro del cosiddetto Global Gateway, il piano di infrastrutture internazionali dell'Ue, una sorta di risposta europea alla Nuova via della seta cinese (altrimenti nota con l'acronimo inglese Bri). Questo piano di investimenti fornirà "il sostegno finanziario necessario allo sviluppo delle competenze nel settore minerario, al miglioramento della trasparenza e della tracciabilità e al sostegno alla mobilitazione di fondi per le infrastrutture", si legge nella nota della Commissione. Nel giro dei prossimi sei mesi dovrebbe essere messa a punto dalle parti una tabella di marcia con le azioni concrete previste in questo nuovo partenariato strategico.

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