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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Spagna

Beve 3 litri di birra al lavoro ma il giudice lo salva: "Voleva solo rinfrescarsi"

Era stato licenziato dall'azienda perché beveva durante i turni, ma un tribunale ha ordinato il reintegro e chiesto 47mila euro di risarcimento: "Non ci sono prove che fosse ubriaco"

Era stato licenziato dopo che si era scoperto che aveva bevuto 3 litri di birra sul posto di lavoro, ma ora un giudice ha ordinato il suo reintegro sostenendo che l'uomo voleva solo "rinfrescarsi" e che non ci sono prove che fosse ubriaco. E non solo, il magistrato ha stabilito anche che dovrà avere 47mila euro di risarcimento. È avvenuto in Spagna, dove un tribunale ha accettato il ricorso contro la ditta spagnola che aveva preso la decisione e ha disposto la riassunzione dell’uomo, un elettricista, oltre al pagamento dell'ingente risarcimento. Per il giudice la scelta dell’azienda è stata sbagliata perché non c’è alcuna prova che dimostri lo stato di ubriachezza dell’uomo durante le ore lavorative, né tantomeno l’incapacità di svolgere le sue mansioni. Inoltre, la ditta non avrebbe tenuto conto del caldo torrido presente nella regione sud-orientale di Murcia in piena estate.  

Come riportato dal Guardian, i fatti risalgono al periodo estivo del 2021, quando l’uomo, in servizio da più di 27 anni, è stato prima fatto seguire da un investigatore privato durante i suoi turni e poi licenziato per l’eccessivo consumo di alcol sul posto di lavoro. Secondo la ricostruzione fatta dall’investigatore, nel corso di singole giornate l’elettricista si sarebbe fermato più volte per bere in diversi bar o per acquistare delle birre da portare con sé durante gli spostamenti col furgone. Nella lettera di licenziamento datata 5 settembre 2021 si legge come l’uomo, insieme ad un collega, fosse stato visto mentre "ordinava un drink alle 8:27 del mattino", anche se era difficile per il detective dire se la bevanda fosse alcolica o no. Lo stesso giorno, all’ora di pranzo, l’uomo avrebbe acquistato quattro lattine di birra San Miguel e una bottiglia da un litro di birra Estrella de Levante, per poi, verso le 18:30, comprare l’ennesima lattina prima di rientrare in azienda. Due settimane dopo, sempre secondo il detective, l’uomo e altri due colleghi avrebbero consumato un totale di sette litri di birra in mezza giornata, accompagnati nel pomeriggio da un paio di lattine di Heineken e un bicchiere di brandy.

Per l’azienda il motivo del licenziamento è semplice: "Un consumo ripetuto ed eccessivo di alcol durante il lavoro che mette in pericolo la sua incolumità e quella dei colleghi". Tuttavia, per l’Alta corte di Murcia non è dimostrabile che l’uomo fosse ubriaco e nemmeno quanta birra avesse bevuto lui e quanta i colleghi, "in nessun momento il detective ha fatto menzione di segni di ubriachezza o di goffaggine nei movimenti”. Come recita la sentenza: "Non esiste alcuna prova che dimostri senza dubbio che l’uomo fosse sotto l’effetto dell’alcol (…) né è stato dimostrato che le sue facoltà fisiche e mentali siano state ridotte durante lo svolgimento dei suoi compiti di elettricista". Tutte ragioni per cui, secondo il tribunale, l’uomo va risarcito e reintegrato in azienda. La Corte ha concluso sottolineando che i fatti si sono svolti durante la calda estate murciana, sotto il Sole che nelle ore più calde sfiora i 40°C, specificando come "il bere sia avvenuto quasi esclusivamente durante le pause ristoratrici della giornata. L’uomo ed i colleghi hanno bevuto insieme, in modo più o meno sano, quando stavano anche mangiando e avevano bisogno di rinfrescarsi". Per il tribunale era necessario tenere in conto questa particolare condizione climatica della regione, una ragione in più che determina l’infondatezza della decisione presa dalla ditta spagnola.  

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