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Domenica, 28 Aprile 2024
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Il "ricatto" di Orban: "Stop agli aiuti a Kiev". E incassa 10 miliardi dall'Ue

La Commissione sblocca una parte dei fondi congelati all'Ungheria per le sue leggi su giustizia e appalti. Sullo sfondo, il pacchetto di nuove risorse per l'Ucraina

La Commissione europea ha deciso di concedere all'Ungheria la possibilità di accedere a una parte dei 31 miliardi di euro di fondi Ue che erano stati congelati nel 2022 in seguito alle violazioni dello stato di diritto da parte del governo di Viktor Orban. Bruxelles aveva contestato a Budapest una serie di leggi su giustizia, corruzione, conflitti di interessi e appalti pubblici, considerate contrarie ai principi democratici dell'Ue. Una parte di queste criticità sono state risolte, ha rilevato la Commissione. Da qui lo sblocco di 10,2 miliardi, circa un terzo del totale congelato. 

Dietro la decisione di Bruxelles ci sarebbe il nodo dei nuovi aiuti all'Ungheria. Il premier ungherese Viktor Orban ha posto il veto sullo stanziamento di nuove risorse europee (50 miliardi tra sussidi e prestiti) per aiutare Kiev nel quadro dell'aggressione della Russia. I più che buoni rapporti tra il leader magiaro e Vladimir Putin hanno avuto sicuramente un ruolo nel giustificare il veto ungherese, che di fatto blocca lo stanziamento anche se gli altri 26 Stati Ue sono d'accordo (serve l'unanimità). Ma a Bruxelles in tanti sono convinti che quello di Orban sia più che altro un ricatto per ottenere lo sblocco dei fondi congelati. Ecco perché tanto nel centrosinistra, quanto nel centrodestra (anche nello stesso Ppe di cui fa parte la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e di cui un tempo Orban era membro), si sono levate voci critiche quando è emersa la notizia di un imminente accordo tra Bruxelles e Budapest. "I ricatti di Orban hanno purtroppo vinto", dice Laura Ferrara, eurodeputata del M5s.

Le critiche non hanno però fermato von der Leyen. L'esecutivo europeo, in una nota, ha spiegato che lo sblocco dei fondi per l'Ungheria è dovuto alle riforme fatte dal governo di Orban in campo giudiziario, in particolare per quanto riguarda l'indipendenza dei giudici. Resta però ancora da sciogliere il grosso dei nodi nei settori degli appalti pubblici, del conflitto di interessi, della lotta alla corruzione e dei trust di interesse pubblico. Anche sull'indipendenza dei giudici c'è ancora strada da fare rispetto agli impegni presi da Budapest con il Pnrr. Per questo, Bruxelles ha deciso di trattenere ancora 21 miliardi.

Servirà questa mossa a convincere Orban a togliere il veto sui nuovi aiuti all'Ucraina? Nelle scorse ore, fonti vicine al leader magiaro avevano fatto sapere che per ottenere il sì di Budapest è necessario lo sblocco di tutti i fondi Ue congelati. Si vedrà al vertice di Bruxelles di giovedì e venerdì se il veto resta. Di sicuro, per il momento, Orban non intende abbassare l'altro muro elevato tra l'Ue e Kiev: il no all'avvio dei negoziati di adesione dell'Ucraina.

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