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Domenica, 28 Aprile 2024
Il dissenso / Ungheria

Cresce la protesta contro Orbán in Ungheria dopo lo scandalo pedofilia

Il premier conservatore sta provando a placare la rabbia scatenata dalla grazia a un uomo accusato di coprire molestie sui minori. E il malcontento si sta trasformando in una richiesta di riforme politiche

Si allarga in Ungheria il dissenso contro il governo di Viktor Orban. La nazione è attraversata da diverse proteste di massa dopo che uno scandalo di pedofilia ha sconvolto il Paese e il premier sta provando a correre ai ripari per evitare un crollo di popolarità. 

La presidente Katalin Novak e l'ex ministra della Giustizia Judit Varga si sono entrambe dimesse una settimana fa per aver appoggiato la decisione di concedere la grazia a un uomo coinvolto in uno scandalo di abusi sessuali su minori nell'aprile 2023. Si trattava del vicedirettore di un orfanotrofio statale, incarcerato per aver coperto una serie di molestie, che è stato graziato lo scorso anno, ma la notizia è stata resa nota solo all'inizio di questo mese. Entrambe le donne erano strette alleate di Orban, il cui partito Fidesz governa il Paese da quasi 14 anni.

Dallo scoppio dello scandalo si sono susseguite manifestazioni nella nazione che non si limitano più alla questione della grazia, ma i cittadini chiedono ora una più ampia riforma del sistema politico. Il premier, nella sua prima apparizione pubblica dopo le dimissioni del presidente, ha cercato sabato di contenere la crisi politica. Parlando al Parlamento durante il discorso annuale sullo stato della nazione, ha detto che le dimissioni di Novák sono "corrette, ma una grande perdita per l'Ungheria".

Venerdì scorso (16 febbraio) decine di migliaia di persone si sono ritrovate in piazza degli Eroi, nella capitale Budapest, in una manifestazione sostenuta da noti influencer come Zsolt Osvath o la cantante Azahriah. "Il caso di clemenza è solo la punta dell'iceberg dei problemi sistemici dell'Ungheria", ha detto Osvath a una folla di circa 50mila manifestanti a Budapest, in quello che è stata l'affluenza più alta degli ultimi anni per un evento non legato a Fidesz, a riprova della diffusa preoccupazione dell'opinione pubblica per le politiche sociali del governo.

Le dimissioni di due figure chiave e vicine al premier, come Novák e Varga, hanno assestato un duro colpo al partito dell'ultradestra ungherese. Ma secondo quanto riportato dal sito di notizie ungherese Telex, le due donne sarebbero state sacrificate per coprire la persona che veramente voleva la grazia per il vicedirettore dell'orfanotrofio, Zoltán Balog, un esponente della chiesa protestante molto vicino a Novak ed ex ministro di Fidesz. 

In ogni caso lo scandalo è diventato la più grande minaccia al governo conservatore di Orban da quando è tornato al potere nel 2010 e rischia di ridurre il sostegno al suo partito Fidesz nelle elezioni locali ed europee che si terranno tra quattro mesi. E il premier sta provando a correre ai ripari e ha promesso un emendamento alla Costituzione ungherese che vieterebbe ai futuri capi di Stato di concedere l'indulto a chi si trovi coinvolto in casi di abusi sessuali su minori.

Uno dei suoi ministri, Gergely Gulyas, ha invece annunciato che la nuova legge avrebbe incluso anche una revisione delle nomine del personale negli orfanotrofi statali dove vivono 7mila bambini. L'approvazione di questo pacchetto è ritenuto essenziale per ristabilire la credibilità del partito in vista delle europee. Una fonte vicina al governo ha confessato alla Bbc che Fidesz ha paura di perdere l'8% dei voti in seguito allo scandalo. Se questo si realizzerà o meno dipenderà molto da come l'opposizione sarà in grado di cavalcare questo momento di debolezza del governo e da quanto ancora dureranno le proteste.

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