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Domenica, 28 Aprile 2024
Violenze in Cisgiordania / Israele

"Omicidi, case distrutte e violenze su bimbi: così Israele sta cancellando le comunità palestinesi"

La denuncia del Norwegian refugee council contro gli insediamenti di coloni promossi dal governo Netanyahu nei territori della Palestina

Intere comunità palestinesi che vengono cancellate dalla mappa in seguito agli attacchi condotto dai coloni israeliani con l'appoggio del governo di Tel Aviv. Attacchi che, solo nei primi mesi dell'anno, avrebbero provocato sei morti e 204 feriti, tra cui 24 bambini. Sono i dati snocciolati dal Norwegian refugee council Nrc), organizzazione non governativa che ha sede a Oslo. Nel mirino c'è la sempre più drammatica situazione che vede come sfondo la Cisgiordania, dove i coloni israeliani, con il sostegno dell'esercito e dei partiti della maggioranza di Benjamin Netanyahu, stanno aumentando la loro presenza in territori che, stando agli accordi internazionali, dovrebbero appartenere alla Palestina. 

Negli ultimi 20 mesi, denuncia la ong, "la violenza dei coloni israeliani e l'acquisizione illegale di terre palestinesi" ha portato al trasferimento con la forza di quasi 500 palestinesi. "Ci sono intere comunità palestinesi che vengono cancellate dalla mappa, un vergognoso retaggio di inesorabile violenza, intimidazione e molestie perpetuate dai coloni israeliani e, in alcuni casi, incoraggiate dalle autorità israeliane", ha affermato Ana Povrzenic, direttrice del Nrc per la Palestina. Le Nazioni Unite hanno documentato finora quest'anno 591 attacchi di coloni israeliani che hanno provocato vittime e danni materiali.

Il diritto internazionale proibisce a Israele, in quanto potenza occupante, di trasferire con la forza membri della popolazione occupata dalle loro comunità esistenti contro la loro volontà. Il termine "forzatamente" non è limitato alla forza fisica, ma può includere la minaccia della forza o della coercizione, come quella causata dalla paura della violenza, della costrizione, della detenzione, dell'oppressione psicologica o dell'abuso di potere.

"La rapida creazione di avamposti di insediamento e l'acquisizione della terra palestinese sta soffocando le comunità palestinesi, distruggendo i loro mezzi di sussistenza e mettendo a rischio le vite dei palestinesi. I palestinesi non hanno altra scelta che fuggire, lasciandosi alle spalle case, scuole e lavoro", continua Povrzenic. Nell'ultimo incidente, una dozzina di famiglie comprendenti 89 palestinesi, tra cui 39 bambini, sono state trasferite con la forza da Ras At-Tin, a seguito di crescenti vessazioni e intimidazioni da parte dei coloni. "I coloni israeliani hanno preso il controllo dei pascoli della comunità e hanno stabilito un vigneto accanto a una base militare israeliana. Le forze israeliane hanno impedito ai residenti di Ras At-Tin di accedere alle loro terre", scrive il Nrc.

L'avanzata dei coloni continua, secondo il Nrc. "Circa 60 comunità palestinesi nella Cisgiordania occupata corrono un elevato rischio di trasferimento forzato a causa della violenza dei coloni e dei soldati israeliani, dell'espansione degli insediamenti e delle politiche e pratiche profondamente discriminatorie di Israele, compreso il suo regime illegale di pianificazione e zonizzazione", scrive l'ong. "Quanti altri Ras At-Tin devono esserci prima che la comunità internazionale agisca?”, è l'appello di Povrzenic. Un appello a cui si sono uniti in tanti, e da diversi mesi. Ma che finora è caduto nel vuoto. 

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