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Domenica, 28 Aprile 2024
L'uomo nuovo / Grecia

Un ex banchiere alla guida della sinistra

Nato da una famiglia di ricchi armatori e emigrato negli Usa da quando aveva 14 anni, Stefanos Kasselakis è ora il nuovo leader di Syriza. Fino a un mese fa, era quasi sconosciuto ai greci

Da Goldman Sachs a Syriza, dal gotha della finanza al partito che, tra il 2014 e il 2015, aveva rappresentato il sogno di riscossa della sinistra europea contro austerity e capitalismo finanziario. È la parabola di Stefanos Kasselakis, il 35enne che ha conquistato la guida del principale partito di opposizione in Grecia, prendendo il timone lasciato da Alexis Tsipras. Una parabola tanto più sorprendente se si considera che, fino a un mese fa, questo giovane ex banchiere e imprenditore residente a Miami era pressoché sconosciuto nel suo Paese d'origine. Eppure, con una campagna intelligente sui social e con l'immagine auto-costruita di "pentito" dell'alta finanza, Kasselakis è riuscito a conquistare la maggioranza dei voti del popolo di Syriza, a scapito della favorita della vigilia e militante di lungo corso, Effie Achtsioglou.

Nato in Grecia nel 1988 da una famiglia di ricchi armatori (categoria di imprenditori che rappresenta uno dei principali blocchi di potere del Paese), il nuovo leader della sinistra vive negli Stati Uniti da quando aveva 14 anni, quando ottenne una borsa di studio per frequentare la Phillips academy high school di Andover. Dopo essersi laureato all'università della Pennsylvania, Kasselakis è entrato nel mondo della finanza, lavorando per Goldman Sachs. In seguito, ha fondato una ditta di spedizioni. 

Di esperienza politica ne ha poca, se non nulla. Di lui si sa che nel 2008, appena ventenne, si era offerto come volontario per la campagna elettorale dell'allora senatore Joe Biden. Da qualche tempo, convive con il compagno Tyler McBeth, un infermiere di pronto soccorso. Una relazione che ha messo in primo piano nel presentarsi agli elettori per sottolineare il suo impegno in difesa dei diritti Lgbt. Conquistando il timone di Syriza, è di fatto il primo leader di un grande partito greco dichiaratamente gay.

Nel giugno scorso, aveva provato a fare il primo salto in politica, candidandosi nel collegio estero per Syriza, ma non fu eletto. La sconfitta non lo ha scoraggiato, e a fine agosto, con un video diventato presto virale, ha lanciato la corsa al dopo-Tsipras. Si autodefinisce un patriottico di sinistra e dice di voler riconquistare il "sogno greco". Tra le sue principali proposte si annoverano l'abolizione del servizio militare obbligatorio, da sostituire con il servizio sociale, e l'aumento della spesa pubblica per l’istruzione. Meno chiare sono le sue posizioni politiche in campo economico. Mentre la sua avversaria, ex ministra del Lavoro, ha proposto misure concrete per l'aumento degli stipendi, il rafforzamento dello stato sociale e delle infrastrutture pubbliche, e la lotta alla crisi climatica, Kasselakis si è limitato a 'narrare' la sua vicenda personale, dichiarando di aver visto in prima persona come il capitale "compra a buon mercato il lavoro degli altri" e come "l'arroganza faccia soldi". Spiegando di essere uscito da Goldman Sachs proprio per questo.  

Poche idee, ma una grande capacità nel costruire un'immagine di sé di uomo nuovo della sinistra, capace di strizzare l'occhiolino ai moderati liberali senza abbandonare del tutto l'anima radicale che, alle origini, è stata la ragione del successo di Syriza. Riuscirà a far risorgere il partito dopo le ultime delusioni elettorali? Gli analisti politici, per il momento, non si lanciano in previsioni. La sua affermazione è stata così inusuale e repentina da lasciare basiti un po' tutti gli esperti. Qualcuno reputa che, con il suo profilo, Kasselakis possa porsi come alternativa al premier Kyriakos Mitsotakis, esponente di centrodestra che ha fatto del rigore nelle politiche economiche la sua bandiera: il 35enne imprenditore ed ex banchiere potrebbe mostrarsi come l'antitesi competente e liberale, e non radicale, a Mitsotakis. Magari riuscendo ad attrarre i voti moderati. Per altri analisti, invece, la sua esperienza potrebbe concludersi rapidamente. Con la stessa rapidità con cui è salito al trono della sinistra che, nove anni fa, aveva fatto tremare la Troika.

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