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Domenica, 28 Aprile 2024
Il caso / Spagna

Va in ospedale e muore, la famiglia scopre che gli hanno asportato il cuore

È successo a Barcellona, vittima un giovane albanese. Per la famiglia è un caso di "traffico di organi", ma secondo i giudici spagnoli tutto è in regola. La protesta dei parenti raggiunge Bruxelles

Era andato in ospedale perché temeva di aver contratto il Covid. Si era nel pieno della pandemia, e la sorella lo avevo lasciato alla porta d'ingresso del pronto soccorso. Senza sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe visto il fratello in vita: Samir Sula, giovane trentenne albanese residente a Barcellona, in Spagna, morì poco dopo. Il suo corpo fu spedito nel Paese natale, ma quando i famigliari aprirono la bara trovarono il cadavere con un segno strano sul petto: qualcuno gli aveva esportato il cuore. La vicenda, avvenuta nel maggio del 2020, è adesso al centro di una diatriba diplomatica tra Madrid e Tirana, e la prossima settimana amici e parenti di Sula saranno davanti al Parlamento europeo a Bruxelles per chiedere che si faccia luce su quanto accaduto.   

Quello che si sa finora per certo è che il giovane aveva i sintomi del Covid e sarebbe morto, secondo la versione ufficiale, per un attacco cardiaco durante un episodio "psicotico" all'Hospital del Mar di Barcellona. Dopo l'autopsia, il suo corpo è stato inviato in Albania senza il cuore. La sorella della vittima, Majlinda Sula, e il suo avvocato Carlos Sardinero, sospettano che l'organo possa essere stato rimosso dal suo corpo per scopi illeciti. Per questo motivo, lunedì prossimo terranno una manifestazione nei pressi del Parlamento europeo di Bruxelles, per denunciare "che un Paese dell'Unione è coinvolto nel traffico di organi".

Dalla Spagna, però, gettano acqua sul fuoco, e spiegano che la legge iberica (ma non solo quella iberica) prevede che, dinanzi a un caso di morte sospetta, venga eseguita d'ufficio l'autopsia. L'esame post mortem prevede che il cuore debba essere inviato intero a un laboratorio dell'Istituto nazionale di tossicologia, ma ci vuole un mese o più per ottenere i risultati. Viene dunque conservato per il periodo stabilito dalla legge e non viene restituito con il corpo del cadavere, salvo esplicita richiesta. Già una ventina di anni fa, un caso simile era denunciato dalla stampa britannica: dei cittadini inglesi morti in Spagna erano tornati in patria senza il cuore e questo aveva fatto sorgere sospetti di oscuri traffici di organi. 

Nel caso del giovane albanese, però, c'è un altro elemento che desta sospetti. Quando la sorella della vittima, dopo lunghe peripezie, ha trovato il luogo in cui era conservato il cuore del fratello, si è scoperto che lo studio istopatologico di quell'organo era stato registrato il 22 aprile 2020, mentre l'uomo è morto il 9 maggio. Da qui la richiesta di un esame del dna, che però la magistratuta spagnola ha negato. Oltre al mistero del cuore scomparso, la sorella denuncia la mancanza di trasparenza da parte dell'ospedale sulle dinamiche della morte del fratello. Questa parte, la più controversa, è stata completamente offuscata dalle speculazioni sul presunto traffico di organi. Il giudice ha dichiarato che non ci sono prove sufficienti per un omicidio colposo, basandosi sull'autopsia e sull'esame istopatologico effettuati, compresi quelli del medico legale albanese consultato dalla famiglia di Sula.

Il legale della famiglia, ha cercato anche di ottenere le registrazioni dell'ospedale, ma senza successo. Inoltre, il giudice ha richiesto una dichiarazione scritta dagli addetti alla sicurezza, ma come affermato da Majlinda, "il mio avvocato mi ha risposto che una dichiarazione scritta viene presa solo dal re". Per tutte queste ragioni, amici e parenti di Sula hanno deciso di portare il caso a Bruxelles. 

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