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Sabato, 27 Aprile 2024
Greenwashing

Le stufe a legna ecocompatibili? Sono 450 volte più tossiche di quelle a gas

Uno studio ribalta il mito del camino: "Un conto è in campagna, un altro nelle case di città"

Le stufe a legna ecocompatibili sono 450 volte più tossiche di quelle a gas. L'uso della biomassa per il riscaldamento viene sempre presentato come un modo neutrale, moderno e persino ecologico per rispondere all'emergenza ambientale e climatica. Tuttavia, tagliare alberi per bruciarli non è una soluzione all'attuale emergenza climatica. Anche le stufe più moderne, con il marchio "eco", emettono 450 volte più particelle inquinanti e tossiche rispetto al riscaldamento elettrico a gas, che, secondo i dati riportati da un rapporto redatto dal dipartimento della Sanità del Regno Unito, è a emissioni zero se si guarda al solo impatto interno (e non quello esterno).

Il riscaldamento degli edifici rappresenta un'importante fonte di inquinamento dell'aria interna ed esterna. Alcune forme di polluzione domestica sono scomparse, come ad esempio la combustione di carbone, mentre negli ultimi anni la popolarità di quella a legna è aumentata. Le ragioni sono diverse e comprendono motivi estetici, pratici, "ecologici" o economici. "I combustibili solidi sono di gran lunga il metodo di riscaldamento domestico più impattante e la combustione della legna è aumentata di popolarità negli ultimi anni", recita il rapporto. L'inquinamento dato da piccole particelle è il più pericoloso per la salute e quello prodotto dalla combustione della biomassa è aumentato di oltre un terzo dal 2010 al 2020, secondo il rapporto. 

Chris Whitty, capo del dipartimento della Sanità del Regno Unito, ha dichiarato di essere favorevole a informare le persone, invece di imporre un divieto, sottolineando per esempio che la legna secca produce un quarto di emissioni in meno rispetto a quella umida. "Vogliamo che le persone abbiano a disposizione informazioni e scelte valide, ma non vogliamo cercare di limitare completamente la scelta". Whitty, semmai, punta a sollecitare consumi più responsabili e adeguati al contesto: "C'è una grande differenza a mio avviso tra avere un'area urbana molto densa dove tutti usano la legna e qualcuno che lo fa in una zona rurale dove sono essenzialmente lui, la sua famiglia e molte pecore", dice non senza ironia il professore.

Il rapporto sottolinea come per lungo tempo la questione dell'inquinamento domestico sia passata in secondo piano rispetto a quello esterno che, seppur rappresentando ancora una minaccia significativa per la salute, si è ridotto in modo significativo rispetto agli anni '80. Al contrario, la questione di quello interno, a lungo ignorata, sta diventando una parte crescente del problema. Il dipartimento della Sanità raccomanda di garantire una ventilazione efficace riducendo al minimo l'uso di energia e la perdita di calore, al fine di ridurre l'inquinamento dell'aria interna e al tempo stesso raggiungere l'obiettivo "carbonio zero" e di aumentare i fondi alla ricerca per affrontare la questione.

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