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Sabato, 27 Aprile 2024
Consiglio Ue

Stretta Ue sui reati ambientali, chi inquina rischia la galera

Approvata in via definitiva la nuova direttiva comunitaria che si applicherà ai crimini commessi sul territorio europeo. Le imprese rischiano multe milionarie pari al 5% del fatturato mondiale

Introduzione di nuovi reati ambientali tra cui il commercio illegale di legname, l'esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione in materia di sostanze chimiche, ma anche multe e pene più severe (compreso il carcere) per chi trasgredisce le regole. Sono alcune delle misure contenute nella stretta voluta da Bruxelles per punire chi distrugge l'ambienta. Il Consiglio Ue ha adottato formalmente la nuova direttiva che fissa norme minime a livello di Ue sulla definizione dei reati e delle sanzioni. Il provvedimento si applicherà solo ai reati commessi all'interno dell'Ue ma gli Stati membri potranno decidere di estendere la loro giurisdizione a reati commessi al di fuori del proprio territorio.

Il numero di condotte che costituiranno reato passerà da nove a venti: tra i nuovi reati, il traffico di legname, il riciclaggio illegale di componenti inquinanti di navi e le violazioni gravi della legislazione in materia di sostanze chimiche. Inoltre, la nuova direttiva introduce una clausola relativa ai "reati qualificati" che si applica quando un reato di cui alla direttiva è commesso intenzionalmente e provoca la distruzione dell'ambiente o un danno irreversibile o duraturo allo stesso. La direttiva prevede inoltre sanzioni più severe: i reati dolosi che provocano il decesso di una persona saranno punibili con una pena detentiva massima pari ad almeno dieci anni (gli Stati membri possono decidere di prevedere sanzioni ancora più severe nella loro legislazione nazionale).

Altri reati comporteranno la reclusione fino a cinque anni. La pena detentiva massima per i reati qualificati sarà di almeno otto anni. Per le imprese le sanzioni pecuniarie ammonteranno ad almeno il 5% del fatturato mondiale totale per i reati più gravi o, in alternativa, a 40 milioni di euro. Per tutti gli altri reati, la sanzione pecuniaria massima sarà pari ad almeno il 3% del fatturato o, in alternativa, a 24 milioni di euro. Dalla sua entrata in vigore, gli Stati membri disporranno di due anni per adeguare le norme nazionali alla direttiva.

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