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Domenica, 28 Aprile 2024
Green Deal

Dopo le proteste dei trattori l'Ue rinvia il piano anti-siccità

A quattro mesi dalle elezioni europee, la Commissione toglie dall'agenda la resilienza idrica con lo sconcerto dei gruppi ambientalisti. Nel frattempo, Spagna e Italia sono nel bel mezzo di una crisi dell'acqua

La siccità devastante che ha colpito l'Europa negli ultimi anni e il recente caso della Catalogna costretta a razionare l'acqua a 6 milioni di persone in pieno inverno, sembrano già un lontano ricordo a Bruxelles. Il piano per la cosiddetta "resilienza idrica" promesso lo scorso settembre dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per il momento può attendere. La strategia doveva essere annunciata il 12 marzo. Ma nell'agenda dell'esecutivo Ue non vi è più traccia. E il motivo potrebbe essere trovato nelle proteste degli agricoltori.

Cosa è successo?

Lo scorso settembre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva annunciato una iniziativa, da discutere durante il suo mandato, per aumentare la resilienza idrica dell'Europa contro gli eventi climatici estremi derivanti dal cambiamento climatico. Questa proposta, dalla natura non legislativa ma "soltanto" di linea guida per la Commissione che uscirà dalle prossime elezioni europee, è sparita dall'agenda politica lo scorso 12 febbraio senza che siano state rilasciate particolari dichiarazioni. Il giorno in programma per la discussione era il 12 marzo. Il portavoce della Commissione, Adalbert Jahnz ha sottolineato, stando a quanto dichiarato al quotidiano di Bruxelles Politico, che la data scelta era soltanto "indicativa" e che non ha altre date da comunicare per il momento. 

Il tempismo per questa scelta non è certo dei migliori: secondo l'Osservatorio europeo sulla siccità (Edo), servizio gestito dal Centro comune di ricerca della Commissione, a fine gennaio di quest'anno il 17% del territorio europeo è già stato considerato a rischio siccità. La Catalogna ha da poco dichiarato un'"emergenza siccità" (e siamo soltanto a febbraio) e l'Italia vede le sue due più grandi isole in uno stato di carenza di risorse idriche. Di contro, la Grecia ha dovuto affrontare nel 2023 pesanti inondazioni, l'altra faccia tragica del cambiamento climatico. L'iniziativa di Bruxelles avrebbe dovuto affrontare entrambe queste criticità.

L'indignazione dei gruppi ambientalisti

A non aver accolto bene il rinvio sono stati, come d'attese, i gruppi ambientalisti. "Perché la Commissione europea metta a rischio qualcosa di essenziale come la resilienza idrica di fronte a un'emergenza climatica è incomprensibile", attacca Sergiy Moroz, responsabile delle politiche idriche e la biodiversità presso l'ong European environmental bureau. Della stessa opinione Claire Baffert del Wwf, che ha bollato la decisione come "irresponsabile", aggiungendo che "questo passo non può che essere un tentativo di ottenere un guadagno politico in vista delle elezioni".

Il riferimento è alle proteste degli agricoltori che da settimane stanno intasando le strade di tutta Europa, fino a Bruxelles. Affrontare il tema della siccità, come successo di recente in Spagna e in Francia, vuol dire prendere decisioni drastiche sul consumo di acqua: il dilemma è se razionare i consumi per i cittadini, o ridurre quelli dell'agricoltura (in particolare quella intensiva). Quale strada intende intraprendere la Commissione? Lo sapremo, forse, dopo le elezioni europee di giugno. 

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