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Venerdì, 26 Aprile 2024
Ambiente

Big del fossile, Eni leader mondiale per impegni ambientali. Ultimi i colossi del petrolio Usa

Il think tank Carbon Tracker ha valutato le promesse fatte dalle multinazionali del settore per rispettare gli Accordi di Parigi. Imprese Ue avanti negli obiettivi rispetto ai competitor statunitensi

Gli sforzi del settore petrolifero e del gas nell’abbattere le emissioni nel rispetto degli Accordi di Parigi sul clima sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della Carbon Tracker Initiative, un think tank indipendente che effettua analisi sull'impatto della transizione energetica. Il team di esperti che ha valutato gli impegni presi dai giganti dell’energia è arrivato alla conclusione che le imprese europee, almeno nelle intenzioni, hanno promesso di fare di più per ridurre il loro impatto ambientale. Le imprese Usa, invece, non solo si sono impegnate a modesti obiettivi di riduzione della CO2, ma stanno anche “distruggendo un significativo valore per gli azionisti”, con scelte strategiche che potrebbero rivelarsi sbagliate dal punto di vista della sostenibilità sia ambientale che economica. 

La classifica

Tra i big del gas e del petrolio più impegnati nella riduzione delle emissioni di gas serra, secondo la classifica di Carbon Tracker, primeggia l’Eni. Nonostante la multinazionale italiana non abbia posto il traguardo delle zero emissioni nette da raggiungere entro il 2050, come previsto dal Green Deal europea, risulta l’unica, assieme alla spagnola Repsol, ad aver messo nel mirino riduzioni nelle cosiddette emissioni Scope 3, che rappresentano la stragrande maggioranza dei danni all’ambiente dovuti al settore.

La performance Usa

Al contrario, i colossi statunitensi ExxonMobil, Chevron e Conoco-Phillips si sono impegnati a modeste riduzioni, comprese tra il 5 e il 15%, delle emissioni di gas serra entro il 2030. Un fallimento, secondo gli esperti, nell’adeguamento dei propri piani aziendali con gli impegni mondiali di riduzione della CO2 in atmosfera.

Gli impegni da rispettare

“Delle tre multinazionali statunitensi, Chevron, si è impegnata a ridurre solo l'equivalente dell'1-3% delle emissioni complessive”, ha dichiarato Mike Coffin, tra gli analisti di Carbon Tracker che hanno redatto lo studio. Non abbastanza, secondo gli esperti, che vorrebbero vedere l’intero Occidente lottare in maniera compatta per ridurre l’impatto ambientale dando il buon esempio alla Cina e all’India. In una precedente analisi, Carbon Tracker aveva quantificato che per raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi, le multinazionali petrolifere avrebbero dovuto ridurre la produzione del 35% dal 2019 al 2040.

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