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Sabato, 27 Aprile 2024
La critica / Russia

"L'Ue condanna Putin ma compra petrolio e gas da altri despoti del mondo"

Greenpeace punta il dito contro la strategia energetica di Bruxelles: "Trasferire le forniture di combustibili fossili dalla Russia all'Azerbaigian e all'Arabia Saudita non porterà la pace"

Dopo l'invasione dell'Ucraina i Paesi dell'Occidente e l'Unione europea hanno deciso di colpire Vladimir Putin riducendo le importazioni di gas e petrolio dalla Russia, e poi sono andato a “fare shopping da despoti” del mondo, una scelta che “non porterà pace e sicurezza”. Mentre i leader di G7, Nato e Ue si riuniscono a Bruxelles per discutere di come rispondere alla guerra scatenata da Mosca, Greenpeace critica la strategia scelta per trovare nuove fonti energetiche.

"Invece di smettere di finanziare la guerra di Putin e porre fine alla dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili, i nostri governi hanno deciso di fare shopping dai despoti. Ma trasferire le forniture di combustibili fossili dalla Russia all'Azerbaigian e all'Arabia Saudita, proteggendo le esportazioni russe di uranio in Europa dalle sanzioni, non porterà pace e sicurezza”, ha denunciato il direttore di Greenpeace Ue, Jorgo Riss. “I combustibili fossili hanno una storia legata a conflitti e guerre: da qualsiasi parte provengano, i governi devono eliminarli gradualmente il più rapidamente possibile, non cercare nuovi fornitori”, ha aggiunto l'ambientalista, secondo cui “i nostri leader politici devono sostenere un massiccio lancio di isolamento domestico, energie rinnovabili e trasporti pubblici puliti, proteggendo al contempo i più vulnerabili della società e garantendo che gli agricoltori in Europa producano cibo per le persone, non mangime per le fabbriche di carne industriali".

L'Ue “continua a finanziare la guerra in Ucraina” con le importazioni di gas, petrolio e carbone russi, sottolinea l'associazione ambientalista in una nota, in cui ricorda che per le sole importazioni di petrolio, l'Ue e il Regno Unito “inviano quasi 200 milioni di euro alla Russia ogni singolo giorno”, e che anche l'industria energetica nucleare europea fa affidamento sulla Russia per circa un quarto della sua fornitura di uranio arricchito, con l'azienda energetica statale russa Rosatom, finora tenuta fuori dalle sanzioni.

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